Festa della #Varia#: racconto intorno alla figura dell'ideatore della #Varia# Meccanica

Miniatura della scheda Festa della #Varia#: racconto intorno alla figura dell'ideatore della #Varia# Meccanica
  • Regione: Calabria
  • Provincia: RC
  • Comune: Palmi

Descrizione

L'inventore e costruttore palmese, il Cav. Giuseppe Militano, dedicò tutta la sua vita ad un'intensa attività creativa e imprenditoriale. Don #Peppe# Militano nacque nel 1863 e visse e operò sempre nella cittadina natia. Fu l'inventore di una cesoia per potare di cui non riuscì a rivendicarne la paternità perché non ne registrò il brevetto. L'ispirazione per realizzare la #Varia# Meccanica di Palmi gli venne vedendo una cartolina dell'antica #Varia# di Rosarno. Aveva riferito alla moglie il suo intento ambizioso di costruire la #Varia# per la città di Palmi e ripristinare la grande festa popolare. Ella cercò di dissuaderlo dall'impresa, ritenendola rischiosa e dispendiosa. Tuttavia, ignorando qualsiasi ostacolo e opinione contraria alla sua idea, con caparbia determinazione decise di portare avanti il suo progetto e cominciò a sviluppare la sua idea approntando disegni e realizzando un modellino della #Varia#. Il prototipo destò le critiche e i commenti sarcastici di alcuni concittadini, come ad esempio il poeta vernacolare Pietro Milone che definì quel modello in scala della #Varia#: "'na scocca di fica. Nu fusu pe filari". L'officina dove lavorò alacremente con le maestranze per diversi mesi si trovava nei pressi dell'antica Torre dell'Orologio. Per realizzare la sua opera occorreva molto materiale in legno e in ferro. Per realizzare il basamento, la Principessa Ajossa gli fece dono del legname proveniente dai propri possedimenti e per costruire l'intelaiatura si servì di una grande quantità di ferro che prese dalle sue aziende. Si recò in Germania, a Norimberga e acquistò diciotto bambole finemente lavorate, col viso di porcellana e le vesti riccamente adornate, da inserire nell'allestimento del carro votivo. Di bambole attualmente ne sono rimaste soltanto alcune e sono esposte nel complesso museale della Casa Della Cultura di Palmi. Dopo aver terminato la sua opera, che richiese molto impegno, duro lavoro e precisione, fece la domanda al prefetto di Reggio Calabria per poterla finalmente adoperare nella grande festa popolare e si assunse, sottoscrivendo un atto formale, tutta la responsabilità in caso di incidenti. Tra le maestranze che lavorarono alla costruzione della #Varia# seguendo le direttive del Cav. Militano, si distinsero per abilità e impegno i fratelli Ferraro ai quali trasmise i saperi e le tecniche di montaggio. Militano continuò negli anni ad occuparsi personalmente del montaggio della #Varia#, della sicurezza, oltre che dell'organizzazione della festa come membro del Comitato della Festa della #Varia# insieme ad altri stimati cittadini palmesi, tra cui il suo amico Rocco Isola detto #u pilurussu#. La #Varia# ultimata destò meraviglia e stupore tra i cittadini di Palmi e lo stesso poeta Pietro Milone ne rimase affascinato e chiese pubblicamente scusa al Cav. Militano per aver immeritatamente ironizzato sulla sua ingegnosa opera. Nel 1925, a Palmi in occasione della spettacolare festa della #Varia#, il regime fascista impose che il corteo processionale venisse accompagnato dalle note dell'inno fascista "Giovinezza" al posto della tradizionale marcetta composta dal maestro Rosario Jonata. Il Cav. Militano si oppose fermamente a questa richiesta e dichiarò che la festa, senza la sua marcetta tradizionale eseguita dalla banda, non sarebbe stata celebrata. La festa dunque si celebrò e al termine della processione, quando erano ancora in corso i festeggiamenti, venne ucciso un gerarca fascista e vennero incolpati dell'omicidio e imprigionati lo scrittore Leonida Rèpaci e altri palmesi oppositori al regime come Lovecchio, Carbone e Marazzita. Questo episodio drammatico segnò la vita di Rèpaci e i rapporti con la sua gente a causa della libertà riottenuta con la presunta domanda di grazia inoltrata dallo scrittore a Mussolini. L'edizione della #Varia# del 1938 ebbe la copertina di un numero della Domenica del Corriere, con l'illustrazione di Achille Beltrame.

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