Saperi relativi alla produzione dell'uva di Cannaiolo per ottenere il vino #Cannaiola# e del vigneto Martino IV di Marta

- Regione: Lazio
- Provincia: VT
- Comune: Marta
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Descrizione
La storia del vigneto nasce quando l'intervistato e il fratello acquistarono da un contadino una bottiglia di #Cannaiola# ma si accorsero presto che il vino che avevano comprato era stato #medicato#, cioè contraffatto con lo zucchero e altri aromi per far si che diventasse dolce come la #Cannaiola#. Da qui l'idea di produrre una #Cannaiola# che rispettasse la tradizione di questo vitigno, soprattutto da quando il Comune di Marta ha ottenuto il DOC per questo vino. Dagli studi fatti prima di impiantare il vigneto è emerso che il #Cannaiolo Nero# è un vitigno del 1200 che viene presumibilmente dalla Toscana, dove per ottenere il Chianti viene usata anche una percentuale di #Cannaiolo#, insieme al Sangiovese o al Montepulciano. Da alcuni documenti consultati è emerso che nel XIII secolo alcuni martani portarono al Papa Martino IV le anguille della #Cannara# e il vino. In un primo momento il Papa non accettò le anguille, ma quando queste furono cucinate #co' la vernaccia#, anche se si trattava sempre di vini rossi, il papa le accettò e le gustò tanto da morirci; da qui Dante Alighieri lo mise nel Purgatorio. Da questo episodio il nome della #Cannaiola# #Martino IV#. Storicamente la #Cannaiola# nasce come vino da regalo. Poiché il popolo non poteva consumare vini rossi, che potevano consumare solo i potenti, i contadini iniziarono a produrlo per poterlo regalare ai potenti e al Papa, che in quell'epoca risiedeva a Viterbo e a Montefiascone. Da qui la tradizione di regalare la #Cannaiola#; è un vino infatti che viene per lo più regalato. Inizialmente, quando ha impiantato il vitigno, la #Cannaiola# non veniva perché per fare questo vino che è "amabile" ci vogliono botti refrigerate per mantenere la temperatura e il grado di zuccheri stabiliti. E' un'uva che va raccolta a maturazione completa a fine ottobre e fino a quando non si imbottiglia viene lasciata al fresco. E' un vino amabile, leggermente dolce al gusto, ma quando si deglutisce diventa vino. Si abbina ai formaggi, alle castagne, alle noci, alle nocciole, al coregone arrosto, alle anguille arrosto "perché Martino IV non era uno stupido". E' buono anche con il baccalà. Si può anche bagnare con i tozzetti a fine pasto. Il vigneto è nato nel 2003 con il primo imbottigliamento e si estende per un ettaro e mezzo. Produce circa 60 quintali di uva, per circa 3000 bottiglie di #Cannaiola#. A Marta ci sono sei produttori ufficiali di #Cannaiola#, per circa 6-7 ettari di terreno nel territorio martano. La #Cannaiola# è un vino particolare localizzato esclusivamente nell'area martana. Questo vino è nato per caso. I contadini in passato avevano pochissimi filari e pochissima produzione. Lavoravano prima il vino bianco che iniziavano a raccogliere all'inizio di ottobre e quando arrivavano a raccogliere il #Cannaiolo# questo era arrivato a completa maturazione. I contadini questo vino lo facevano fermentare per pochi giorni, e in questo periodo facevano le #appozzature# per dargli il colore. Poiché il vino rosso "prende il colore dall'acino", i contadini mandavano in fondo il liquido per fargli prendere il colore. Dopo questa operazione i contadini lo levavano dalla #tina# e lo mettevano nella botte o nella damigiana. Carico di zuccheri, il vino iniziava a fermentare, ma all'epoca le temperature erano più basse di oggi. Poi lo travasavano e a Natale lo davano via, ma davano via un vino novello, un mosto, perchè per fare il vino ci vuole la #manolattica# che è una pellicola bianca prodotta dall'uva stessa che contiene l'acido malico, l'acido che trasforma il mosto in vino. Mettendola nelle cantine profonde al fresco nelle botti, il vino novello si trasformava in vino intorno al mese di marzo-aprile. I produttori di #Cannaiola# di Marta oggi si sono uniti in Comitato per tutelare questo vino e difenderlo da coloro che ancora oggi lo contraffanno e lo vendono al pubblico.