Opera lirica italiana: utilizzo della respirazione costo-diaframmatica (espirazione)

Miniatura della scheda Opera lirica italiana: utilizzo della respirazione costo-diaframmatica (espirazione)
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Descrizione

La seconda fase della respirazione è l’espirazione/emissione. Rispetto all’espirazione naturale, nella quale c’è un’espulsione rapida dell’aria, dovuta alla forza di gravità che preme sulle pareti del corpo e svuota i polmoni, senza che vi si opponga resistenza, nel canto il gesto della respirazione non è naturale, ma un’elaborazione umana funzionale all’emissione cantata. Il diaframma salirebbe naturalmente per svuotare i polmoni, il cantante deve dunque saper regolare questo gesto, contrastando l’emissione spontanea e irregolare dell’aria, in modo da poter gestire frasi musicali e colori vocali. Dopo aver inspirato, abbassando e tendendo il diaframma, aprendo la fascia costo-diaframmatica e dunque dilatando le costole fluttuanti, si cerca di conservare il più a lungo possibile questa ampiezza, contrastando lo svuotamento e la risalita del diaframma. A questo scopo si concentra una forza elastica, non contrattiva, al livello della zona pelvica, creando una struttura di sostegno all’apertura dei muscoli addominali trasversi e delle costole e al lavoro del diaframma. Fondamentale a questo sostegno ed ad una maggiore stabilità è anche la postura della zona lombare che subisce una rotazione e una diminuzione della curva (appiattimento) durante l’emissione. Intercorrono alcune differenze nella dinamica della respirazione, nell’utilizzo dei muscoli nella fascia addominale e pelvica, (e di conseguenza nell’appoggio e nel sostegno) tra gli uomini e le donne.

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