- scheda
- CD - IDENTIFICAZIONE
- TSK - Tipo moduloMODI
- CDR - Codice Regione13
- CDM - Codice ModuloICCD_MODI_0810526331641
- ESC - Ente schedatoreICCD
- ECP - Ente competente per tutelaICCD
- ACC - ALTRA IDENTIFICAZIONE
- ACCE - Ente/soggetto responsabileComune di Cocullo
- ACCC - Codice identificativoICCD_MODI_0810526331641
- ACCP - Progetto di riferimentoInventario del patrimonio culturale immateriale Convenzione Unesco 2003 per la candidatura dell’elemento “Conoscenze, saperi e pratiche legate al culto di San Domenico Abate e rito dei serpari di Cocullo”
- ACCS - NoteIl progetto di inventariazione è stato condotto per conto del Comune di Cocullo in collaborazione con SIMBDEA (Società italiana per la museografia e i beni demoetnoantropologici), con la Proloco di Cocullo e con l’Associazione culturale “Alfonso M. Di Nola” di Cocullo.
- OGM - Modalità di individuazionerilevamento sul campo
- OG - ENTITA'
- AMB - Ambito di tutela MiBACTetnoantropologico
- AMA - Ambito di applicazioneentità immateriali
- CTG - Categoriasaperi, tecniche
- OGD - DefinizioneFesta di San Domenico Abate e rito dei serpari : cattura dei serpenti
- LC - LOCALIZZAZIONE
- LCS - StatoITALIA
- LCR - RegioneAbruzzo
- LCP - ProvinciaAQ
- LCC - ComuneCocullo
- LCL - LocalitàCOCULLO
- LCV - Altri percorsi/specificheCasale di Cocullo, Località Collerotto
- LCN - NoteCocullo è paese della Valle Peligna, ma storicamente legato alla Marsica in quanto feudo dei conti Piccolomini di Celano. Di questo carattere frontaliero permane traccia nell'appartenenza religiosa alla Diocesi di Valva-Sulmona (Valle Peligna) e nell'appartenenza giurisdizionale alla Prefettura di Avezzano (Marsica).
- DT - CRONOLOGIA
- DTR - Riferimento cronologicoXXI
- CM - CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI
- CMR - Responsabile dei contenutiRanalli, Omerita
- CMC - Responsabile ricerca e redazioneRanalli, Omerita
- CMA - Anno di redazione2016
- CMM - Motivo della redazione del MODIInventario patrimonio culturale immateriale Convenzione Unesco 2003/ Festa di San Domenico Abate e rito dei serpari
- ADP - Profilo di accesso2
- OSS - Note sui contenuti del modulol progetto di candidatura, realizzato dal gruppo di lavoro descritto nei campi CMR e CMC, è stato svolto per conto del Comune di Cocullo (AQ) in collaborazione con associazioni locali (Associazione Culturale “Alfonso Di Nola”, Pro Loco di Cocullo) e col patrocinio di SIMBDEA (Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici) negli anni 2014, 2015, 2016. La ricerca sul campo è stata condotta in équipe da Valentina Lapiccirella Zingari (coordinatrice progetto), Omerita Ranalli, Enrico Grammaroli. L’équipe di ricerca ha realizzato, in particolar modo nel 2015, un lavoro di inventariazione partecipativa assieme alla comunità di pratica (in questo caso, un gruppo dei serpari e di devoti a San Domenico): gli elementi della descrizione tengono conto di questo lavoro di inventariazione partecipativa. Il titolo dell'inventario, "Festa di San Domenico Abate e rito dei serpari", non coincide con quello dell'elemento di cui si propone la candidatura, "Conoscenze, saperi e pratiche legate al culto di San Domenico Abate e rito dei serpari di Cocullo" per scelta delle comunità di pratica, impegnata in un percorso di rete con altri comuni della devozione. La rete delle devozione a San Domenico riunisce 13 comuni e costituisce la colonna portante del piano di salvaguardia urgente. L'elemento ha un forte potenziale di condivisione per una futura candidatura di rete, esito possibile del piano di salvaguardia proposto. Anche il percorso documentazione audiovisiva è stato guidato dalla comunità dei portatori di pratica. La documentazione fotografica, audiovisiva, sonora allegata è depositata e catalogata presso l’Archivio Sonoro “Franco Coggiola” del Circolo Gianni Bosio di Roma, presso la Casa della Memoria e della Storia del Comune di Roma (via San Francesco di Sales n. 5, 00185 Roma). Il codice identificativo di ciascun documento allegato ripete la numerazione del catalogo dell’Archivio Sonoro “Franco Coggiola”, fondo Cocullo. Copia del materiale è stata depositata nel 2016 presso il Centro Studi del Comune di Cocullo, gestito dall’Associazione “Alfonso Di Nola”.
- DA - DATI ANALITICI
- DES - DescrizioneIl #serparo# si reca in campagna nei pressi delle tane dei serpenti; le tecniche e modalità di cattura non prevedono l’utilizzo di particolari strumenti: il #serparo#, a mani nude, può al massimo ricorrere a un bastone per far rumore e indurre il serpente ad uscire allo scoperto. Durante l’escursione cerca le tane e attende in silenzio, anche per lungo tempo, l’uscita del serpente (a volte provocandola col bastone). Il #serparo# cattura il rettile a mani nude e, dopo averlo attorcigliato al polso, lo ripone in una sacca di tela.
- NRL - Notizie raccolte sul luogoOgni #serparo# acquisisce sin dall’infanzia specifiche conoscenze relative alle abitudini degli ofidi e dei loro habitat, e vere e proprie tecniche per la loro cattura; il #serparo# possiede buona resistenza fisica e mostra prontezza dei riflessi e velocità, oltre a pazienza, dedizione e costanza, tutte doti senza le quali la cattura sarebbe impraticabile. Alcuni #serpari# sottolineano che il Cervone (Elaphe quatuorlineata, una delle principali specie catturate, assieme a biacchi e lattarine, detta anche “la serpe del santo”) è un serpente particolarmente furbo e scaltro che, alla percezione del pericolo, resta immobile finché il serparo non si allontana. La cattura degli ofidi è una sorta di sfida fra il #serparo# e il serpente, in cui agiscono da un lato le strategie di mimetizzazione e di autoprotezione messe in atto dal serpente contro le capacità e tecniche di cattura del serparo, dall’altra la conoscenza dell’habitat del serpente, le specifiche abilità nel vedere e percepire il suo leggero movimento, avvertirne l’odore e non farsi sorprendere. Immediatamente dopo la cattura i #serpari# sono soliti fare il segno della croce e ringraziare San Domenico, in forma libera (non sono state registrate in nessun caso formule ricorrenti di invocazione o ringraziamento al santo). Tutti i serpenti catturati non sono velenosi; l’unico elemento di pericolo può essere individuato nelle conseguenze di un possibile morso. I serpenti vengono poi custoditi in casa in terrari e cassette appositamente costruite. Una forma di rispetto reciproco fa sì che ogni serparo abbia il proprio territorio di raccolta privilegiato, e che eviti accuratamente di sconfinare nel territorio altrui. Rispetto alla figura del #serparo# descritta dalla bibliografia si registra oggi, a differenza che in passato, l’acquisizione della piena consapevolezza dell’importanza del serpente nell’equilibrio dell’ecosistema. Questa consapevolezza viene favorita da uno specifico “Progetto di salvaguardia della specie”, attivato dal Comune di Cocullo nel 2007, grazie al quale i rettili sono monitorati da un’équipe internazionale di erpetologi, in collaborazione con il veterinario responsabile della ASL locale, e ricollocati, dopo la festa, nel luogo in cui erano stati catturati. Ad ogni serpente catturato viene applicato un microchip che permette di controllare negli anni lo stato di salute della specie nel territorio. La comunità dei #serpari# di San Domenico è composta da 43 #serpari# (40 uomini, 3 donne) di età compresa tra i 16 e i 76 anni); di questi, più della metà esercita solo occasionalmente il ruolo di #serparo#, o non esercita più per età, ragion per cui i #serpari# attivi sono stimati a un numero di poco superiore a venti.
- NSC - Notizie storico criticheIl #serparo# è colui che cattura i serpenti e li custodisce in casa fino al giorno della festa di San Domenico Abate (primo giovedì di maggio, in passato; dal 2009 la festa è stata spostata al primo maggio), occasione in cui i serpenti catturati vengono posti da ogni #serparo# sulla statua del santo e su di essa condotti in processione lungo le vie del paese. La cattura inizia con i primi caldi, quando il serpente esce dal letargo; la data indicativa, nei riferimenti tradizionali, coincide con la festa di San Giuseppe (19 marzo), come vuole anche il detto locale #a San Giuseppe la prima serpe#. Mentre in passato l’attività di #serparo# era tradizionalmente legata ai mestieri della pastorizia (il che spiega la cattura delle serpi come forma di protezione del bestiame), e dunque il #serparo# approfittava della propria presenza in natura, e del tempo del pascolo, per catturare i serpenti, nell’uso contemporaneo i #serpari# che non svolgono attività legate alla pastorizia e all’agricoltura compiono apposite escursioni nei territori montani allo scopo di catturare i serpenti per la festa del santo. Elemento caratterizzante la figura del #serparo# è la devozione a San Domenico Abate, fattore unificante che ispira e motiva la cattura dei serpenti. La devozione al santo e il rispetto della tradizione contribuiscono al sentimento di appartenenza identitaria, particolarmente importante all’interno di una piccola comunità minacciata dall’emigrazione, dalla crisi, dallo spopolamento. Proprio in risposta allo spopolamento che colpisce in misura sempre crescente le aree interne della regione Abruzzo, e che ha portato la popolazione del comune di Cocullo a un numero di residenti inferiore ai 250 (di cui molti gli anziani e pochi i giovani), se in passato i #serpari# provenivano per lo più dalla frazione Casale di Cocullo, oggi sono stati accolti nel gruppo dei #serpari# anche alcuni non residenti (ad esempio, il postino del paese, che risiede nel paese limitrofo, Anversa degli Abruzzi) e si registra una notevole apertura nei confronti delle donne per cui molti padri insegnano alle figlie le tecniche di cattura. Anche la vestizione della statua del santo, momento culmine della festa, vede in azione giovani ragazze con la loro sacca di serpenti; di esse non c’è traccia nella bibliografia precedente. Dal confronto con la bibliografia di riferimento, realizzata per lo più partire dagli anni Settanta del Novecento, si registra un’evoluzione della figura sociale del serparo, oggi non più esclusivamente dedito alle professioni dell’agricoltura e della pastorizia, mentre si mantiene pressoché inalterato il legame tra la cattura delle serpi e la devozione al santo. Si vedano, per un inquadramento generale della figura del serparo e della devozione a San Domenico Abate, i seguenti lavori: FERRI 2008, DI NOLA 1976, PROFETA 1998, DI NOLA 1982.
- RI - RILEVAMENTO ENTITA' IMMATERIALI
- RIM - Rilevamento/contestorilevamento nel contesto
- DRV - DATI DI RILEVAMENTO
- DRVL - RilevatoreRanalli, Omerita
- DRVL - RilevatoreGrammaroli, Enrico
- DRVL - RilevatoreLapiccirella Zingari, Valentina
- DRVD - Data del rilevamento2015/04/29
- CAO - OCCASIONE
- CAOD - DenominazionePreparativi per la Festa di San Domenico Abate
- CAOS - NoteLa cattura delle serpi dipende dalle condizioni metereologiche, per cui a seconda delle annate il tempo di cattura varia, pur essendo tradizionalmente fissato nel periodo che va dal 19 marzo al 30 aprile. I territori di cattura sono posti nell’Alta Valle del Sagittario, area dell’Abruzzo montano in cui sono frequenti le nevicate anche nel mese di marzo; perché il serpente esca dal letargo è necessario che le nevi siano del tutto sciolte, ragion per cui molto spesso il tempo della cattura è in realtà posticipato all’aprile pieno. Nel 2015, data del rilevamento, il mese di marzo ha presentato condizioni climatiche abbastanza rigide, ragion per cui la maggior parte dei serpenti è stata catturata nella seconda metà di aprile. La maggior parte delle catture ha oggi luogo nelle due settimane a ridosso della festa anche in relazione al fatto che molti serpari vivono e lavorano fuori dal paese di Cocullo e tornano in paese, in ferie, proprio per assolvere il loro compito rituale di #serpari#.
- RIC - RICORRENZA
- RICP - PeriodicitàAnnuale
- RICI - Data inizio2015/03/19
- RICF - Data fine2015/04/30
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#Serparo#
- ATID - NomeRisio, Aurelio
- ATIA - NoteAurelio Risio, allevatore. Da ragazzo apprende le tecniche di cattura dei serpenti, che continua a praticare anche in relazione alla sua attività di allevatore di ovini.
- DO - DOCUMENTAZIONE
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoCDCICHRM-Img-025_Risio
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaCattura delle serpi. Il #serparo# Aurelio Risio, durante un’uscita di cattura.
- FTAA - AutoreMonasterio, Roberto
- FTAD - Riferimento cronologico2015/04/29
- FTAK - Nome file digitaleCDCICHRM-Img-025_Risio.jpg
- FTAT - NoteL’immagine è stata scattata da Roberto Monasterio, fotografo che ha accompagnato l’équipe di ricerca durante la settimana precedente la festa di San Domenico nel 2015.
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoCDCICHRM-Img-018_Risio
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaCattura delle serpi. Il #serparo# Aurelio Risio, durante un’uscita di cattura, cerca con l'aiuto del bastone la tana del serpente.
- FTAA - AutoreMonasterio, Roberto
- FTAD - Riferimento cronologico2015/04/29
- FTAE - Ente proprietarioArchivio privato dell'autore
- FTAK - Nome file digitaleCDCICHRM-Img-018_Risio.jpg
- FTAT - NoteL’immagine è stata scattata da Roberto Monasterio, fotografo che ha accompagnato l’équipe di ricerca durante la settimana precedente la festa di San Domenico nel 2015.
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoCDCICHRM-Img-028_Risio
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaCattura delle serpi. Il #serparo# Aurelio Risio ha appena catturato un cervone.
- FTAA - AutoreMonasterio, Roberto
- FTAD - Riferimento cronologico2015/04/29
- FTAE - Ente proprietarioArchivio privato dell'autore
- FTAK - Nome file digitaleCDCICHRM-Img-028_Risio.jpg
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoCDCICHRM-Img-029_Risio
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaCattura delle serpi. Il #serparo# Aurelio Risio prende il cervone appena catturato.
- FTAA - AutoreMonasterio, Roberto
- FTAD - Riferimento cronologico2015/04/29
- FTAE - Ente proprietarioArchivio privato dell'autore
- FTAK - Nome file digitaleCDCICHRM-Img-029_Risio.jpg
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoCDCICHRM-Img-031_Risio
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaCattura delle serpi. Il #serparo# Aurelio Risio osserva il cervone catturato.
- FTAA - AutoreMonasterio, Roberto
- FTAD - Riferimento cronologico2015/04/29
- FTAE - Ente proprietarioArchivio privato dell'autore
- FTAK - Nome file digitaleCDCICHRM-Img-031_Risio.jpg
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoCDCICHRM-Img-037_Risio
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaCattura delle serpi. Il #serparo# Aurelio Risio con il cervone attorcigliato al polso.
- FTAA - AutoreMonasterio, Roberto
- FTAD - Riferimento cronologico2015/04/29
- FTAE - Ente proprietarioArchivio privato dell'autore
- FTAK - Nome file digitaleCDCICHRM-Img-037_Risio.jpg
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneFERRI 2008
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipoatti
- BIBM - Riferimento bibliografico completoFerri Vincenzo, Uomini e serpenti sulle coste del mediterraneo: una convivenza difficile, in I serpenti nell’area del Mediterraneo. Culti, riti, miti (Atti del convegno internazionale, Cocullo 30 aprile 2008), a cura di Lia Giancristofaro, Lanciano 2009, pp. 13-34
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazionePROFETA 1998
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipomonografia
- BIBM - Riferimento bibliografico completoProfeta Giuseppe, Il serpente sull’altare. Ecologia e demopsicologia di un culto, L’Aquila 1998
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneDI NOLA 1986
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipocontributo in periodico
- BIBM - Riferimento bibliografico completoDi Nola Alfonso, La festa di Cocullo tra mutazione e sacralità, in Rivista Abruzzese XXXIX, n. 2 (1986), pp. 182-190
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneDI NOLA 1976
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipomonografia
- BIBM - Riferimento bibliografico completoDi Nola Alfonso, Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna italiana, Torino 1976