- scheda
- CD - IDENTIFICAZIONE
- TSK - Tipo moduloMODI
- CDR - Codice Regione01
- CDM - Codice ModuloICCD_MODI_3465557093541
- ESC - Ente schedatoreICCD
- ECP - Ente competente per tutelaICCD
- ACC - ALTRA IDENTIFICAZIONE
- ACCE - Ente/soggetto responsabilePolo Museale del Piemonte
- ACCC - Codice identificativoICCD_MODI_3465557093541
- OGM - Modalità di individuazionedocumentazioni audio-visive
- OG - ENTITA'
- AMB - Ambito di tutela MiBACTetnoantropologico
- AMA - Ambito di applicazioneentità immateriali
- CTG - Categoriafesta-cerimonia, danza, musica strumentale
- OGD - Definizione#Lachera# di Rocca Grimalda
- OGN - DenominazioneLachera
- LC - LOCALIZZAZIONE
- LCS - StatoITALIA
- LCR - RegionePiemonte
- LCP - ProvinciaAL
- LCC - ComuneRocca Grimalda
- PVG - Area storico-geograficaOltregiogo
- DT - CRONOLOGIA
- DTR - Riferimento cronologicoXXI
- CM - CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI
- CMR - Responsabile dei contenutiCostamagna, Liliana
- CMC - Responsabile ricerca e redazioneGiancola, Natascia
- CMA - Anno di redazione2016
- CMM - Motivo della redazione del MODIInventario patrimonio culturale immateriale/ ICCD: progetto PCI 500 giovani
- ADP - Profilo di accesso1
- OSS - Note sui contenuti del moduloTemi trattati nell'ambito del progetto PCI: Feste e riti del ciclo dell'anno, Espressività di tradizione orale. Una scheda relativa alla #Lachera# di Rocca Grimalda è contenuta nell'archivio multimediale realizzato grazie al progetto Atlante delle Feste Popolari del Piemonte, realizzato su iniziativa della Regione Piemonte in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale di Vercelli e l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Bra, consultabile al link http://www.atlantefestepiemonte.it/t_identview.php?IdFesta=2013&CodiceFesta=00614701 (consultazione: 2016/02/12). Altre informazioni relative alla festa ed ai suoi protagonisti sono reperibili sul sito web http://www.museoroccagrimalda.unito.it (consultazione: 2016/02/12) e sul sito web dell'Associazione La Lachera di Rocca Grimalda, www.lachera.it (consultazione: 2016/02/12)
- DA - DATI ANALITICI
- DES - DescrizionePer le strade del paese sfila un corteo nuziale mascherato. Il gruppo è formato da una fila principale, composta dallo #sposo# e dalla #sposa#, affiancati dai due #zuavi# armati di spada e dalle due #ballerine#, preceduta e seguita da coppie di #mulattieri# e #campagnole#. Alcuni #mulattieri# suonano gli strumenti (fisarmoniche, violino, chitarre) che accompagnano le danze eseguite nei momenti di sosta, mentre uno di essi porta la #carassa propiziatoria#, il lungo palo di castagno che viene usato durante la questua di carnevale, per legare le offerte di cibo raccolte. Avanzano ai lati del corteo i #trapulin#, che arricchiscono la sfilata di suoni e rumori, per mezzo dei sonagli attaccati alla vita e lo schiocco alternato delle fruste, dette #scuriass#. Due #lachè# accompagnano il corteo e mentre si spostano eseguono ininterrottamente la danza della #lachera#, caratterizzata da piccoli passi, saltelli e volteggi, eseguiti avanzando e retrocedendo, che consentono un movimento apparentemente libero all'interno del gruppo, ponendosi uno davanti alla fila principale ed uno dietro. Muovendosi con altrettanta libertà, partecipa alla sfilata anche il #bebè#, che interagisce con gli altri personaggi e con il pubblico, creando un elemento di interferenza durante i balli che i vari gruppi di maschere eseguono nelle tappe previste. Questi sono la #giga#, danzata dagli #sposi# e dai #lachè# e il #calisun# danzato dalla #sposa# e dai #lachè#, a cui si aggiunge un altro ballo eseguito da #mulattieri# e #campagnole#.
- NSC - Notizie storico criticheL'origine di questa antica festa, insieme di danza, rito e rappresentazione teatrale, si fa tradizionalmente risalire alla rivolta del popolo di Rocca Grimalda contro le pretese del feudatario locale di esercitare lo ius primae noctis sulle spose dei suoi sudditi, da cui la festosa rievocazione, mediante un corteo nuziale mascherato, della vittoriosa affermazione del popolo contro il castellano. Tuttavia, non vi sono fonti documentarie nè relative alla rivolta, nè alla festa ad essa connessa. Più verosimilmente, anche in base alle testimonianze orali e le fonti fotografiche più antiche, la #lachera# si configura già da inizio Novecento come una mascherata - originariamente di soli uomini - inserita all'interno di un rituale di questua itinerante, una sfilata piena di colori (fiori finti, nastri, scialli, ori), di rumori e di suoni (schiocchi di frusta, campanelli e sonagli, musiche animate), che attraversava la campagna e veniva accolta in ogni cascina con gioia e generosità: una festa popolare che riveste il carattere di rito propiziatorio primaverile della fertilità, con la questua di fine inverno e d'inizio di stagione, per augurare buoni raccolti, e la presenza degli #sposi# come auspicio di fecondità, il tutto accompagnato da rumori, suoni e colori per incoraggiare questo risveglio dopo l'inverno. Nella seconda metà degli anni Novanta l’associazione La Lachera, guidata da Giorgio Prato e Giorgio Perfumo, si è impegnata a recuperare alcune delle caratteristiche antiche della rappresentazione, tra cui l'uso delle maschere (abolite nel 1929 per una legge fascista che impediva di coprirsi il volto durante il carnevale) e il caratteristico personaggio del buffone o #bebè#. La manifestazione si articola solitamente su due o tre giorni e si conclude la penultima domenica di carnevale. L'articolazione prevede che il venerdì si svolga la questua nelle campagne: il gruppo si sposta di cascina in cascina eseguendo le danze nelle corti e nelle cantine. Ovunque la #lachera# è accolta con offerte di cibo, vino e la consegna di generi alimentari da legare alla #carassa propiziatoria# (lungo palo di castagno che viene trasportato dai #mulattieri#). La questua prosegue fino a tarda notte e spesso le danze vengono eseguite intorno al fuoco. Sabato la questua prosegue nelle cascine e nel pomeriggio nella frazione San Giacomo. In serata a Palazzo Borgatta inizia il gran ballo e nei giardini del Museo della Maschera viene bruciato il #carvà#, con l’accensione di un grande falò e balli intorno al fuoco. Domenica pomeriggio la #lachera# raggiunge il centro storico. La sfilata, accompagnata dell’esecuzione delle danze tipiche, parte dall’antica porta presso il castello raggiunge la chiesa di Santa Limbania e si conclude al Belvedere (notizie tratte da http://www.atlantefestepiemonte.it/t_identview.php?IdFesta=2013&CodiceFesta=00614701). I personaggi che animano la sfilata sono: lo #sposo# e la #sposa#, scortati da due #zuavi# armati di spade, con colbacchi di fiori di carta, che fungono da guardia d'onore; la loro presenza ha indotto alcuni studiosi ad individuare delle similitudini tra la #lachera# e le danze armate presenti nell'arco alpino. Essi sono accompagnati da #ballerine# con funzione di damigelle, mentre nella #lachera# tradizionale compare una sola #ballerina#, come damigella d’onore della #sposa#. I due #laché# (servitori), che danno il nome alla festa, ricoprono il ruolo principale nella rappresentazione con la loro danza festosa; i copricapi che indossano ricordano mitre vescovili e possono simboleggiare il potere, l'autorità; i movimenti sono continui saltelli in direzione della #sposa# che non riescono mai a raggiungere. Quattro #trapulin# si dispongono ai quattro angoli del “magico quadrato” che racchiude la coppia di #sposi# ed il loro seguito e schioccano le fruste (#scuriass#); questi personaggi, una sorta di arlecchini baffuti, indossano costumi di pezze colorate e fiorate, sonagli alla vita e ricchi copricapi floreali; sono gli unici ad indossare maschere con i baffi forse per incutere rispetto e timore, dato il loro ruolo di custodi della tradizione. Completano il corteo i #mulattieri# con un costume adorno di campanellini, figure che si legano alla storica presenza in paese di numerosi carrettieri che con i propri carri trasportavano il vino; il numero di personaggi che vestono questa maschera è cambiato nel tempo; sono vestiti con il tipico costume dei carrettieri monferrini: fascia di seta colorata alla vita, camicia di flanella e foulard al collo, pantaloni di velluto stretti al ginocchio e calze bianche, scarponi neri e cappello nero con coroncina di fiori. In coppia con le #campagnole# in costume monferrino, presenti dagli anni trenta del Novecento, una parte di essi anticipa gli #sposi#, mentre una parte li segue nel corteo. Durante la questua portano pali di castagno #carasse# con nastri multicolori, sonagli e i prodotti raccolti.
- RI - RILEVAMENTO ENTITA' IMMATERIALI
- RIM - Rilevamento/contestorilevamento nel contesto
- DRV - DATI DI RILEVAMENTO
- DRVD - Data del rilevamento2015/02/08
- CAO - OCCASIONE
- CAOD - Denominazionecarnevale
- RIC - RICORRENZA
- RICP - Periodicitàannuale
- RICI - Data inizio2015/02/08
- RICF - Data fine2015/02/08
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#lachè#
- ATIA - NoteI #lachè# indossano copricapi adorni di fiori e di nastri colorati, che ricordano mitre vescovili.
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#trapulin#
- ATIA - NoteQuesto personaggio indossa un copricapo infiorato e una maschera con i baffi.
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#zuavo#
- ATIA - NoteIndossa una maschera bianca e un copricapo infiorato.
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#sposo#
- ATIA - NoteLo #sposo#, con maschera intera bianca, veste una giacca nera attillata, cappello nero con coroncina di fiori, camicia bianca con farfallino nero, guanti bianchi, pantaloni attillati bianchi con strisce colorate ai lati.
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#sposa#
- ATIA - NoteLa #sposa# indossa un abito bianco lungo, ha il cappello largo, scarpe col tacco e guanti.
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#bebè#
- ATIA - NoteIl #bebè#, vestito con un costume rosso, corna e grandi orecchie, disturba i danzatori e il pubblico.
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#ballerina#
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#mulattiere#
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolo#campagnola#
- DO - DOCUMENTAZIONE
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoPCI_Piemonte_NG_F0003
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAK - Nome file digitalePCI_Piemonte_NG_F0003.jpg
- FTAT - NoteFermo-immagine tratto da documento audiovisivo (vedi VDC).
- VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
- VDCN - Codice identificativoPCI_Piemonte_NG_V0003
- VDCX - Generedocumentazione esistente
- VDCP - Tipo/formatofile digitale
- VDCA - Denominazione/titolo#Lachera# di Rocca Grimalda
- VDCS - SpecificheDurata: 3'30''
- VDCR - AutoreTrentini, Michele (riprese e montaggio)
- VDCD - Riferimento cronologico2015/02/08
- VDCE - Ente proprietarioMuseo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, San Michele all'Adige (TN))
- VDCW - Indirizzo web (URL)https://www.youtube.com/embed/G69N4_dMBp8?&end=210
- VDCT - NoteDati disponibili online: "Carnevale di Rocca Grimalda (Lachera)"; durata 3'30''; pubblicato online il 17 giugno 2015. Il documento è accompagnato dalla seguente nota. "Footage collected at Rocca Grimalda, Piemonte (Italy) on 08/02/2015 in the course of fieldwork for EU Project "Carnival King of Europe". Camerawork and cutting: Michele Trentini. Produced by Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, San Michele all'Adige 20015. All further information on site www.carnivalkingofeurope.it".
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneCASTELLI 1995
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipomonografia
- BIBM - Riferimento bibliografico completoCastelli Franco, La danza contro il tiranno. Leggenda, storia e memoria della Lachera di Rocca Grimalda, Rocca Grimalda 1995.
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneCASTELLI 1997
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBM - Riferimento bibliografico completoCastelli Franco, La Lachera di Rocca Grimalda. Morfologia e storia di un carnevale monferrino, in Culture e tradizioni in Val di Susa e nell'arco alpino occidentale, Atti del Convegno di Rivoli 13 - 14 ottobre 1995, a cura di Paolo Sibilla, Edoardo Zanone Poma, Susa 1997, anno XXXIV, n. 35, pp. 237-248.
- BIBW - Indirizzo web (URL)http://www.isral.it/web/web/culturapopolare/laboratorio%20etno-antropologica_lachera.htm (consultazione: 2016/02/12)