- scheda
- CD - IDENTIFICAZIONE
- TSK - Tipo moduloMODI
- CDR - Codice Regione05
- CDM - Codice ModuloICCD_MODI_5731410347941
- ESC - Ente schedatoreICCD
- ECP - Ente competente per tutelaICCD
- OGM - Modalità di individuazionedocumentazioni audio-visive
- OGM - Modalità di individuazionedati bibliografici
- OG - ENTITA'
- AMB - Ambito di tutela MiBACTetnoantropologico
- AMA - Ambito di applicazioneentità immateriali
- CTG - Categoriatecniche
- OGD - DefinizioneMerletto ad ago di Burano: tecnica di esecuzione di una merlettaia
- LC - LOCALIZZAZIONE
- LCS - StatoITALIA
- LCR - RegioneVeneto
- LCP - ProvinciaVE
- LCC - ComuneVenezia
- DT - CRONOLOGIA
- DTR - Riferimento cronologicoXXI
- CM - CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI
- CMR - Responsabile dei contenutiOvidi Pazzaglia, Maria Vittoria (responsabile del progetto di candidatura UNESCO)
- CMR - Responsabile dei contenutiCottica, Claudia (coordinatrice scientifica inventario MODI)
- CMC - Responsabile ricerca e redazioneSquarcina, Chiara
- CMA - Anno di redazione2017
- CMM - Motivo della redazione del MODIInventario patrimonio culturale immateriale Convenzione Unesco 2003/ Rete del merletto italiano: merletto di Venezia
- ADP - Profilo di accesso1
- DA - DATI ANALITICI
- DES - DescrizioneLa Maestra Merlettaia Lucia Costantini inizia il lavoro partendo dalla bozza di un disegno (un gioiello-spilla- smeraldo). Segna le aree del medesimo in cui realizzerà il Punto Venezia, il Punto Burano (trattini che indicano la direzione in cui si svilupperà il punto). Ultimata la progettazione del bozzetto inizia il disegno vero e proprio in modo da avere la forma perfetta. Inizia la progettazione dei punti: “Greco da tre con riga Greca”, “Greco retino” che vanno a riempire le forme dando la sfumatura allo smeraldo. Passa alla preparazione vera e propria per iniziare la lavorazione. Prende alcuni fogli di carta robusta, pesante: quelle che si utilizzano per avvolgere la carne oppure la frutta e la verdura. E poi un foglio verde che l’aiuta per la visione della lavorazione. Poi un foglio trasparente per proteggere il lavoro dall’eventuale inchiostro che rischia di macchiare. Prepara una cucitura chiamata Orditura fatta a macchina – con la macchina a pedale – applicando il tutto a un pezzo di stoffa. Esegue l’Orditura fermandosi al momento giusto per eseguire in questo modo una cucitura perfetta. Inizia poi la fase della lavorazione che si chiama Ghipùr. Realizza il Greco da tre con riga Greca e continua con il Greco retino. Potete vedere che ho già realizzato anche il Sacolà chiaro, il Sacolà fisso, e qui ancora il Greco retino. Tutti questi punti danno la forma tridimensionale perfetta dello smeraldo. Passa poi alla fase di lavorazione chiamata Punto Burano. Si realizza con un Punto Sacolà e due Punti Passati. Esegue una variante del punto, detta #macà”# che significa “ammaccata”. Passa poi alla realizzazione del Punto Venezia nella sua variante “Rosetta da tre”. Nella penultima fase della lavorazione, il Rilievo, esegue il Rilievo liscio e, attaccando un filo grosso a piccoli punti con un filo più sottile tutto attorno alla forma, il Rilievo grosso. Applica anche un filo metallico, perché il merletto, essendo una spilla, dovrà essere sostenuto. Completa la fase del Rilievo con quelli che si chiamano #smerli# che vanno appunto a creare un effetto merlatura tutto attorno o all’interno della decorazione. Terminato il lavoro taglia la cucitura, l’orditura tra la tela e la carta, in modo che il gioiello-merletto si stacchi. Poi lo pulisce con la pinzetta togliendo i fili rimasti dell’orditura.
- NSC - Notizie storico criticheIl merletto ad ago, il “ponto in aere” di rinascimentale memoria, risulta attestato nell’ abbigliamento femminile veneziano, sia archivisticamente (in leggi suntuarie e inventari dotali) che iconograficamente (dipinti) dalla seconda metà del secolo XV. Le “incrostazioni” traforate documentate in precedenza sono da considerare ricami, a fili tirati, a fili contati, a reticello. Rintracciabili in Italia, nel Veneto, lungo tutta la costa adriatica e poi fino alla Turchia, isole dell’Egeo comprese, in queste ultime aree compare anche una trina ad ago, detta bibila, costituita da minuscoli “nodi” allentati, creanti effetti fitomorfi pendenti come una frangia, che si realizza ancor oggi con filati serici policromi e metallici. Le evidenti analogie con i bordi frangiati dei manti mariani raffigurati nei mosaici absidali di S.Maria Assunta di Torcello (fondata nel sec.VIII, restaurata nel IX e ricostruita nel 1008 per l’elevazione a vescovo di Orso, figlio del doge Pietro Orseolo II) e di S.Donato di Murano, nonché in alcuni mosaici di S.Marco, opera di maestranze veneto-bizantine del secolo XII, e la loro assenza, invece, nell’abbigliamento delle altre raffigurazioni musive maschili e femminili coeve, potrebbero far pensare che fossero prerogativa della basilissa, tanto più che scompaiono dai manti con la conquista di Costantinopoli nel 1204 e con la successiva emancipazione dei Veneziani dai Bizantini e dai loro costumi. Si continuano invece a trovare nelle icone della Russia greco-ortodossa (dove non c’è conflittualità col potere bizantino) dal secolo XI in poi, ricomparendo di nuovo nelle icone veneto cretesi (per es. di artisti quali Andreas Ritzos o Damaskinos), nella seconda metà del secolo XV, dopo la conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II nel 1453. Se esiste un nesso, questo indurrebbe a riconoscere un’origine bizantina del merletto ad ago, non confermata però né sotto l’aspetto tecnico né stilistico. Infatti nell’Egeo permane un solo punto, il bibila, non riscontrabile nel merletto veneziano, che invece si evolve complicandosi in una variegata molteplicità di soluzioni artistiche e di punti tra i quali esiste sì un punto greco, così definito non per attinenze tecniche ma per semplice somiglianza con il decoro a “greca”. Assodato che si tratta di due procedimenti differenti e che il merletto in aria veneziano attinge a molti punti dell’arte ricamatoria in generale, tuttavia forse l’idea geniale di sganciarsi totalmente dal supporto tessile indispensabile, per quanto destrutturato, nel ricamo e di provare a costruire un decoro “nell’aria”, è cominciata proprio da quel primitivo incipit bizantino. Altro argomento importante per sostenere un’origine veneziana dei merletti, almeno di quelli ad ago, è il grande numero di pubblicazioni specialistiche di disegni per merletti stampati a Venezia nel corso del Cinquecento, in proporzione preponderante rispetto agli altri centri editoriali europei. Testo di riferimento fra molti sono sicuramente la Corona di Cesare Vecellio, la Nuova inventione di Giacomo Franco e la Nova esposizione di Giacomo Antonio Somascho. La dedica vaga a “nobili e virtuose donne”, ma anche più mirata a mecenatesse, conferma che le fruitrici élitarie di tali testi, le vere ideatrici di tale forma artistica, sono le dame dell’aristocrazia. Il periodo è ideale perché nonostante sia loro negato il diritto allo studio e alla lettura (tranne per qualche testo di religione), vivere in una città architettonicamente rinnovata, in ambienti rischiarati da polifore, arricchiti da marmi colorati, stucchi dorati e arredi raffinati, in un tripudio di arti (maggiori e minori, musica e danza), comporta un imprecludibile acculturamento osmotico. L’accresciuta sensibilità artistica non ha, però, altra possibilità di sfogo se non nelle occupazioni tessili prettamente femminili, nelle cosiddette “opre leggiadre”, dove si manifesta al meglio fiorendo nelle creazioni trinate. All’inizio dunque si tratta di occupazione artistica nobile, indicata per mani delicate, ideale per trascorrere il tempo libero in maniera virtuosa e gratificante e i cui manufatti vengono utilizzati in ambito familiare. Divenuto accessorio dominante della moda dei potenti del primo Seicento, per soddisfarne la domanda, nella Serenissima si deve passare dalla realizzazione concentrata in laboratori privati, conventuali e comunque limitati dei pii istituti, ad una estesissima produzione, organizzata in forme di sfruttamento quasi schiavistico. Delocalizzare la fabbricazione di manufatti nelle isole della laguna, difficili da raggiungere, abitate da popolazioni di pescatori e ortolani, disinformate, significava assicurare agli imprenditori un fatturato estremamente vantaggioso e costante. La qualità del prodotto era garantita da regole comportamentali severissime e metodi di lavorazione implacabili, che comportavano il non pagamento e addirittura la distruzione di esemplari non candidi o imperfetti.
- RI - RILEVAMENTO ENTITA' IMMATERIALI
- RIM - Rilevamento/contestorilevamento non definibile
- CAO - OCCASIONE
- CAOD - Denominazioneesecuzione su richiesta
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - Ruolomerlettaia
- ATID - NomeCostantini, Lucia
- DO - DOCUMENTAZIONE
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoPCI_MEIT_F0400
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaMerletto di Venezia_Mani di merlettaia che lavorano1
- FTAK - Nome file digitalePCI_MEIT_F0400.jpg
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoPCI_MEIT_F0401
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaMerletto di Venezia_Mani di merlettaia che lavorano2
- FTAK - Nome file digitalePCI_MEIT_F0401.jpg
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoPCI_MEIT_F0402
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaMerletto di Venezia_Merlettaie al lavoro_foto storica
- FTAK - Nome file digitalePCI_MEIT_F0402.jpg
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoPCI_MEIT_F0403
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAF - Formatojpg
- FTAM - Titolo/didascaliaMerletto di Venezia_merlettaia_foto storica
- FTAK - Nome file digitalePCI_MEIT_F0403.jpg
- VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
- VDCN - Codice identificativoPCI_MEIT_V0180
- VDCX - Generedocumentazione esistente
- VDCA - Denominazione/titoloVenezia. Merletto ad ago.
- VDCR - AutoreBettero
- VDCD - Riferimento cronologico2012/00/00
- VDCW - Indirizzo web (URL)https://youtu.be/e6p8EDK2EGw
- VDCT - NoteCaricato su You Tube il 21 giugno 2017. Durata 6:42.
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneERRERA,1870
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipolibro
- BIBM - Riferimento bibliografico completoERRERA A., Storia e statistica delle industrie venete, Venezia, Stab.G.Antonelli, 1870
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- BIBR - AbbreviazioneURBANI DE GHELTOF 1876
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipomonografia
- BIBM - Riferimento bibliografico completoURBANI DE GHELTOF G.M., I merletti Venezia,Venezia,1876
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- BIBR - AbbreviazioneURBANI DE GHELTOF 1878
- BIBX - Generebibliografia di confronto
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- BIBM - Riferimento bibliografico completoURBANI DE GHELTOF M.G., Trattato istorico tecnico della fabbricazione dei merletti veneziani,Venezia,1878
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- BIBM - Riferimento bibliografico completoCERESOLE V. Origines de la dentelle de Venise, Venezia, Antonelli, 1878
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- BIBM - Riferimento bibliografico completoVECELLIO C., Corona delle nobili et virtuose donne(facsimile dell’edizione del 1591), Venezia,1879
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- BIBM - Riferimento bibliografico completoROTTIGNI MARSILLI G.,Una grande industria artistica italiana:i merletti di Venezia, Roma, 1904
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- BIBM - Riferimento bibliografico completoGAMBIER M,Testimonianze sulla lavorazione del merletto nella Repubblica di Venezia, in A.MOTTOLA MOLFINO ( cura), La scuola dei merletti di Burano,Venezia, CMB, 1981, pp.21-35
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- BIBM - Riferimento bibliografico completoBUTAZZI G. DAVANZO POLI D. MOTTOLA MOLFINO A., Diafano Capriccio.I merletti nella moda 1872-1922, Venezia, CMB, 1982
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- BIBM - Riferimento bibliografico completoDAVANZO POLI D., Il merletto nelle Venezie, in “Atti del Convegno: Al Femminile, artigianato, moda e costume”, Siena, 1983, pp.87-95
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- BIBM - Riferimento bibliografico completoDAVANZO POLI D., Il tessile a Venezia tra ‘800 e ‘900 in AA.VV., Mercato e Travestimento,Venezia, Marsilio, 1984,pp.13-14,64-67
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- BIBR - AbbreviazioneDAVANZO POLI
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- BIBM - Riferimento bibliografico completoDAVANZO POLI D., I mestieri della moda a Venezia nei secoli XIII-XVIII.Documenti, voll.2, Venezia, ed. Il Gazzettino, 1984-86
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- BIBR - AbbreviazioneDAVANZO POLI
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipocatalogo mostra
- BIBM - Riferimento bibliografico completoDAVANZO POLI D., (a cura) C’era una volta il corredo da sposa,Venezia, CMB, 1986
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- BIBR - AbbreviazioneKRAATZ 1988
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipomonografia
- BIBM - Riferimento bibliografico completoKRAATZ A., Merletti, Milano, Mondadori, 1988
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- BIBR - AbbreviazioneDAVANZO POLI 1990
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipocatalogo mostra
- BIBM - Riferimento bibliografico completoDAVANZO POLI D. (a cura), Il merletto nel folklore,Venezia, CMB, 1990
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- BIBR - AbbreviazioneLUNARDON 1992
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipoestratto
- BIBM - Riferimento bibliografico completoLUNARDON, Le Zitelle alla Giudecca,in L.PUPPI (a cura),Le Zitelle, Venezia,1992,pp.9-48
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- BIBR - AbbreviazioneDAVANZO POLI 1998
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipomonografia
- BIBM - Riferimento bibliografico completoDAVANZO POLI D., Il merletto veneziano, Novara, De Agostini, 1998
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- BIBR - AbbreviazioneDAVANZO POLI 2000
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipocontributo in periodico
- BIBM - Riferimento bibliografico completoDAVANZO POLI, Modellari fra Cinque e Seicento, in “Charta”, n.48,sett/ott.2000, pp.26-27