- scheda
- CD - IDENTIFICAZIONE
- TSK - Tipo moduloMODI
- CDR - Codice Regione05
- CDM - Codice ModuloICCD_MODI_6239900386541
- ESC - Ente schedatoreICCD
- ECP - Ente competente per tutelaICCD
- ACC - ALTRA IDENTIFICAZIONE
- ACCE - Ente/soggetto responsabilePolo museale del Veneto
- ACCC - Codice identificativoICCD_MODI_6239900386541
- OGM - Modalità di individuazionedocumentazioni audio-visive
- OG - ENTITA'
- AMB - Ambito di tutela MiBACTetnoantropologico
- AMA - Ambito di applicazioneentità immateriali
- CTG - Categoriasaperi, tecniche
- OGD - DefinizioneBattitura e affilatura di una falce
- OGN - DenominazioneBatar el falsin
- LC - LOCALIZZAZIONE
- LCS - StatoITALIA
- LCR - RegioneVeneto
- LCP - ProvinciaTV
- LCC - ComuneQuinto di Treviso
- LCV - Altri percorsi/specificheSant'Angelo
- DT - CRONOLOGIA
- DTR - Riferimento cronologicoXX
- CM - CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI
- CMR - Responsabile dei contenutiBoscolo Marchi, Marta (funzionario del Polo museale del Veneto e tutor del progetto)
- CMC - Responsabile ricerca e redazionePerazzolo, Angela
- CMA - Anno di redazione2016
- CMM - Motivo della redazione del MODIInventario patrimonio culturale immateriale/ ICCD: progetto PCI 500 giovani
- ADP - Profilo di accesso2
- OSS - Note sui contenuti del moduloTema trattato nell'ambito del progetto PCI: Artigianato
- DA - DATI ANALITICI
- DES - DescrizioneUn contadino, fuori dalla sua abitazione, mostra la lama di una falce che si è tolta dal suo manico di ferro e spiega in dialetto veneto come era fatta una volta. Mostra poi #la pianta#, composta da due anelli ai lati per agevolare il suo inserimento nel fango-terreno in presenza di terreni difficili soprattutto se ci sono sassi. La #pianta# viene utilizzata poi, inserita nel terreno, per appoggiare la falce durante l'operazione di battitura con il martello. Inserita la falce nel bastone inizia la affilatura aiutandosi con una pietra a forma di dente. In fase finale, il contadino mostra l'utilizzo della stessa falciando l'erba del suo giardino.
- NSC - Notizie storico criticheNell'era del decespugliatore c'è ancora qualcuno che per tagliare l'erba utilizza la falce ed è in grado di affilarla col #martel da batar el falsin e a pianta#. FALCE FIENAIA: #falsín#, è una lama d'acciaio arcuata lunga, di norma, fra i 50 e i 70 cm. La falce qui riprodotta è lunga 65 cm, marca «Testa di Turco», prodotta in Austria. [ Significativo e allusivo il fatto che un simile affilatissimo attrezzo, prodotto in Austria, abbia un tale nome. Va ricordato infatti che Vienna fu sottoposta a due mesi di assedio da parte dei Turchi (Impero Ottomano) nel luglio del 1683 e venne liberata da una coalizione di forze europee, in prevalenza polacchi; battaglia che segnò la fine dell'avanzata turca in Europa. un attrezzo quindi, verrebbe da dire, in grado di recidere anche gli ostacoli più difficili. La falce fienaia prese il posto dell'antica falce messoria piuttosto tardi, partendo dalle Fiandre attorno al XIV sec. MANICO: #el falchèr#, ora in ferro, un tempo era fatto in casa con legno di salice, leggero e resistente, usato anche per i manici di quasi tutti gli altri attrezzi agricoli. PIANTA: incudine portatile, battifalce a testa piatta o angolare. Dopo la battitura sulla #pianta#, il sottile filo tagliente della falce va rifinito #co a piera da usar# (pietra cote), una pietra naturale ricca di granuli di silice, tenuta dentro un contenitore apposito (#coèr, portacote#) applicato alla cinghia dei pantaloni e contenente un po' d'acqua per facilitare lo sfregamento. Il contenitore era tradizionalmente ottenuto da un corno di bue lungo fra i 25 e 30 cm. La pietra cote proveniva in prevalenza dalla provincia di Bergamo. La falce e gli strumenti qui rappresentati sono uguali, con qualche piccola differenza per l'impugnatura del manico della falce, a quelli utilizzati in tutta l'area che va dal Piemonte all'Istria e a parte dell'Italia centrale. Attrezzo indispensabile per il taglio del fieno, anche dei campi di grande estensione, la falce fu soppiantata dapprima dalla falciatrice a traino animale e nel '900, gradualmente, dalla motofalciatrice. Ma nelle aziende agricole di piccola dimensione #el falsin# continuò ad essere utilizzato fino a tutti gli anni '50, inizio '60 del '900. Ora la falce viene usata per far pulizia lungo le rive dei fossati o dove non riesce ad operare la motofalciatrice. Ma ad adoperarla, almeno in pianura, sono tutte persone anziane. Uno strumento antico e in via d'estinzione, dunque. Se non, di fatto, estinto.
- RI - RILEVAMENTO ENTITA' IMMATERIALI
- RIM - Rilevamento/contestorilevamento nel contesto
- DRV - DATI DI RILEVAMENTO
- DRVL - RilevatoreNR
- DRVD - Data del rilevamentoNR
- CAO - OCCASIONE
- CAOD - Denominazionelavoro
- ATI - ATTORE INDIVIDUALE
- ATIR - RuoloContadino
- ATIA - NoteIl signore è nato a Canizzano in via Spigariola nel 1934
- DO - DOCUMENTAZIONE
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoPCI_Veneto_AP_F00123
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAP - Tipofotografia digitale (file)
- FTAK - Nome file digitalePCI_Veneto_AP_F00126.JPG
- FTAT - NoteFermo-immagine tratto da documento audiovisivo (vedi VDC).
- VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
- VDCN - Codice identificativoPCI_Veneto_AP_V00123
- VDCX - Generedocumentazione esistente
- VDCP - Tipo/formatofile digitale
- VDCA - Denominazione/titoloBatar el falsin. Battere, affilare la falce
- VDCS - SpecificheDurata: 4'19"
- VDCR - AutoreNR
- VDCD - Riferimento cronologicoXX
- VDCW - Indirizzo web (URL)https://www.youtube.com/watch?v=wlGrAcoxhY4
- VDCT - NoteRiprese con fotocamera Nikon Coolpix 5200 - il 7 ottobre 2009 a S. Angelo di Treviso.