• scheda
    • CD - IDENTIFICAZIONE
      • TSK - Tipo modulo
        MODI
      • CDR - Codice Regione
        17
      • CDM - Codice Modulo
        ICCD_MODI_6621059142551
      • ESC - Ente schedatore
        ICCD
      • ECP - Ente competente per tutela
        ICCD
      • ACC - ALTRA IDENTIFICAZIONE
        • ACCE - Ente/soggetto responsabile
          Associazione Nazionale Città del Tartufo
        • ACCC - Codice identificativo
          ICCD_MODI_6621059142551
      • OGM - Modalità di individuazione
        rilevamento sul campo
    • OG - ENTITA'
      • AMB - Ambito di tutela MiBACT
        etnoantropologico
      • AMA - Ambito di applicazione
        entità immateriali
      • CTG - Categoria
        saperi
      • OGD - Definizione
        Saperi sulla cultura del tartufo in Basilicata: il tartufo bianco
    • LC - LOCALIZZAZIONE
      • LCS - Stato
        ITALIA
      • LCR - Regione
        Basilicata
      • LCP - Provincia
        PZ
      • LCC - Comune
        Carbone
    • DT - CRONOLOGIA
      • DTR - Riferimento cronologico
        XXI
    • CM - CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI
      • CMR - Responsabile dei contenuti
        Brancadoro, Antonella
      • CMC - Responsabile ricerca e redazione
        Brancadoro, Antonella
      • CMC - Responsabile ricerca e redazione
        Percivalle, Luca
      • CMA - Anno di redazione
        2019
      • CMM - Motivo della redazione del MODI
        Inventario patrimonio culturale immateriale Convenzione Unesco 2003/ Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali
      • ADP - Profilo di accesso
        1
      • OSS - Note sui contenuti del modulo
        L’“Associazione Nazionale Città del Tartufo” (ANCT), costituitasi nel 1990, ha tra le sue finalità la salvaguardia e la valorizzazione dei saperi e delle tecniche relative al tartufo, al territorio e all’ambiente interessati dalla sua presenza, così come la loro promozione e diffusione in quanto patrimonio culturale immateriale delle comunità locali. L’Associazione ha negli anni creato una rete interregionale nazionale all’interno della quale sono attualmente presenti: Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Affiancando le attività di documentazione e ricerca di centri di ricerca specializzati, le attività didattiche museali e le attività didattiche accademiche, l’ANCT contribuisce alla trasmissione e diffusione dei saperi e delle conoscenze sul tartufo e dei suoi valori identitari culturali e sociali acquisiti nei vari settori di ricerca coordinando attività pubbliche che coinvolgono associazioni, amministrazioni locali e società civile. Dal 2006 l’ANCT inoltre promuove e diffonde un regolamento e riconoscimento dei ristoranti prossimi alle comunità locali del territorio nazionale relativo alle buone pratiche di uso gastronomico del tartufo nella cucina tradizionale regionale e del suo uso secondo criteri di qualità e salubrità. A partire dal 2015 ad oggi l’Associazione ha avviato, con il supporto di antropologi esperti e la partecipazione delle comunità, le attività di catalogazione per inserire saperi e tecniche sulla cultura del tartufo in Italia all’interno dell’inventario nazionale MiBAC.
    • DA - DATI ANALITICI
      • DES - Descrizione
        “È un’alta collina la nostra, che poi sfocia nella montagna, va verso il monte Alpi […] che già è una montagna seria e il Pollino che è il nostro massiccio di riferimento. L’istituzione del Parco nazionale del Pollino ha cambiato la storia di queste aree, da un punto di vista di sviluppo, turismo e quant’altro. Sono aree ad altissima vocazione del tartufo bianco. Ovviamente sono presenti anche le altre forme di tartufo, tipo il Tuber albidum, il cosiddetto Bianchetto, ma sono tartufi che si esprimono meglio in aree diverse, più marine, più sabbiose. Quindi sono presenti ma in forma minore, vengono su un po' più piccoli, non sono presi in considerazione […] Abbiamo il Nero estivo, il cosiddetto Scorzone estivo. Nei faggi troviamo, vale a dire salendo un po', troviamo l'Uncinato, che sarebbe lo Scorzone invernale, la stessa specie, e quindi poi una serie di altri tartufi minori. Ma l'area è e rimane ad altissima vocazione di tartufo bianco; questo pregiato fungo e raro ha bisogno di alcune condizioni perché esso possa esserci, quindi un microclima particolare, freddo, umidità. Il Bianco soppianta ogni cosa, ovviamente, è il re dei tartufi, se non ci fosse il tartufo bianco in queste aree è ovvio che ci dedicheremmo forse ad altre cose, ad altri tartufi minori, che sono comunque presenti. Il periodo del Bianco, del tartufo bianco, va dal 1 ottobre al 31 dicembre, rispettiamo un calendario regionale, sono delle regole regionali che noi cercatori di tartufo dobbiamo rispettare. Si incomincia la mattina presto, quindi in notturna, perché si tende ad anticipare: andare di notte è vietato, proprio dalla legge esplicitamente vietato, è anche un po' pericoloso però è ovvio che noi cerchiamo sempre di tentare di essere più furbi; c'è chi va di notte, a proprio pericolo, a proprio rischio, ma la maggior parte dei tartufai lavorano dalla mattina presto fino all'imbrunire, fino a quando non c'è più il sole. Non c’è bisogno a mio avviso di andare di notte, non è bello, ma anche perché poi non dobbiamo permettere che il tartufo si riduca solamente a una mera faccenda economica, no. Il tartufo bianco porta con sé profumi, odori, porta colori che ti entrano nell’anima” (ANCTV030). “So che non è il fulmine, è il temporale, è il temporale violento estivo, questo succede d'estate, quindi è importantissima quell'acqua d'estate, quei temporali violenti, grandine, acqua violenta, fredda, gelida, che arriva sul terreno caldo. Non è scientificamente provato, però per esperienza nostra, noi inseguiamo queste fasce dove arrivano questi fenomeni atmosferici violenti estivi, che distruggono le colture, fanno danni, ma al tartufo sembra che facciano bene. Vuoi che sia il danno che la grandine fa sull'albero insieme al fulmine, vuoi che sia quello choc termico, quindi solo ipotesi sono queste, però qualcosa succede quando arriva questo fenomeno estremo d'estate, che ovviamente prende delle fasce, non prende un'area o regioni intere, sono fenomeni localizzati. Noi sappiamo che inseguiamo questi temporali estivi, li sentiamo: lì ha piovuto, lì è arrivato, qui non è arrivato, lì c'è stata la grandine, e quindi questo è vero, sicuramente succede qualcosa. La luna influenza tutti i corpi liquidi che abbiamo sulla terra e quindi anche il tartufo, anche noi. Quando la luna è in risalita, sì, la guardiamo molto; il movimento che la luna crea sulla crosta terrestre, quindi la forza di attrazione che ha, varia a seconda dei movimenti che lei fa nel crescere, lì succedono delle determinate cose, questo sì, sembra proprio... Noi abbiamo notato che è proprio ogni settimana quando veniva quel momento succedeva qualcosa, cioè succede che trovi molto tartufo, diciamo in gergo #la buttata#: ecco, #sta buttando#, perché ha una fase di due, tre giorni e poi diminuisce all'altro scatto della luna, ma non è sempre matematico, e non è sempre con la luna in salita o con la luna in discesa, devi leggerle un po' queste cose” (ANCTV031).
      • NSC - Notizie storico critiche
        Lo sviluppo delle attività di cerca e di cavatura del tartufo nella regione Basilicata è relativamente recente. Nonostante la presenza dei tartufi sia attestata nelle fonti storiche, è solamente da una ventina di anni che tali attività hanno cominciato a effettuarsi nel territorio in modo sistematico. Recenti ricerche scientifiche, realizzate sia nella provincia di Potenza che in quella di Matera, hanno evidenziato le caratteristiche quantitative e qualitative delle diverse specie e varietà di tale fungo ipogeo. La ricca biodiversità dei tartufi lucani ha fatto sì che, negli ultimi tempi, questi si siano potuti configurare come un’importante risorsa – sia ambientale che socio-economica – per il territorio e per le comunità che lo abitano. La consapevolezza della presenza del tartufo ha infatti stimolato una più profonda coscienza e conoscenza del contesto ambientale circostante, che ha a sua volta incentivato rispetto e salvaguardia dell’ecosistema all’interno del quale questi funghi ipogei svolgono un ruolo biologico fondamentale, dal momento che garantiscono il mantenimento dell’equilibrio ecologico dei boschi e delle distinte zone nelle quali proliferano e vengono raccolti. Allo stesso tempo, la cognizione della presenza del tartufo ha contribuito a contrastare il fenomeno dello spopolamento dei territori montani e rurali, anzitutto da parte delle fasce giovanili delle diverse comunità, poiché spesso si è potuta trasformare in fonte di reddito e di occupazione all’interno di un contesto lavorativo caratterizzato invece dalla ridotta o inesistente offerta di mezzi di sostentamento. Esperti e appassionati cercatori di tartufi di ogni età e sesso si sono organizzati in associazioni, contribuendo a comunicare, sviluppare, potenziare e valorizzare le conoscenze circa tale importante risorsa.
    • RI - RILEVAMENTO ENTITA' IMMATERIALI
      • RIM - Rilevamento/contesto
        rilevamento decontestualizzato
      • DRV - DATI DI RILEVAMENTO
        • DRVL - Rilevatore
          Percivalle, Luca
        • DRVD - Data del rilevamento
          2018/02/01
      • CAO - OCCASIONE
        • CAOD - Denominazione
          comunicazione su richiesta
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          tartufaio
        • ATID - Nome
          Cirigliano, Giovanni
        • ATIA - Note
          Imprenditore agricolo.
    • DO - DOCUMENTAZIONE
      • FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
        • FTAN - Codice identificativo
          ANCTF010
        • FTAX - Genere
          documentazione allegata
        • FTAP - Tipo
          fermo-immagine
        • FTAF - Formato
          jpg
        • FTAK - Nome file digitale
          ANCTF010.jpg
      • VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
        • VDCN - Codice identificativo
          ANCTV030
        • VDCX - Genere
          documentazione esistente
        • VDCP - Tipo/formato
          file digitale
        • VDCA - Denominazione/titolo
          Saperi sulla cultura del tartufo in Basilicata
        • VDCS - Specifiche
          Durata: 2'50'' (estratto da 5'6'' a 7'56'')
        • VDCR - Autore
          Percivalle, Luca
        • VDCD - Riferimento cronologico
          2018/02/01
        • VDCE - Ente proprietario
          Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Centro Nazionale Studi Tartufo, Associazione Nazionale Città del Tartufo
        • VDCW - Indirizzo web (URL)
          https://www.youtube.com/embed/xEKFus0kE3Y?start=306&end=476
        • VDCT - Note
          Il documento è tratto da: Saperi sulla cultura del tartufo in Basilicata. Il documento integrale è pubblicato nell'archivio "Granai della Memoria" nella sezione dedicata a "Il tartufo bianco", a cura dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN), del Centro Nazionale Studi Tartufo di Alba (CN) e dell'Associazione Nazionale Città del Tartufo.
      • VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
        • VDCN - Codice identificativo
          ANCTV031
        • VDCX - Genere
          documentazione esistente
        • VDCP - Tipo/formato
          file digitale
        • VDCA - Denominazione/titolo
          Saperi sulla cultura del tartufo in Basilicata
        • VDCS - Specifiche
          Durata: 2'18'' (estratto da 16'31'' a 18'49'')
        • VDCR - Autore
          Percivalle, Luca
        • VDCD - Riferimento cronologico
          2018/02/01
        • VDCE - Ente proprietario
          Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Centro Nazionale Studi Tartufo, Associazione Nazionale Città del Tartufo
        • VDCW - Indirizzo web (URL)
          https://www.youtube.com/embed/xEKFus0kE3Y?start=991&end=1129
        • VDCT - Note
          Il documento è tratto da: Saperi sulla cultura del tartufo in Basilicata. Il documento integrale è pubblicato nell'archivio "Granai della Memoria" nella sezione dedicata a "Il tartufo bianco", a cura dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN), del Centro Nazionale Studi Tartufo di Alba (CN) e dell'Associazione Nazionale Città del Tartufo.
      • BIB - BIBLIOGRAFIA
        • BIBR - Abbreviazione
          NOVELLINI 2014
        • BIBX - Genere
          bibliografia di confronto
        • BIBF - Tipo
          monografia
        • BIBM - Riferimento bibliografico completo
          Alla scoperta del tartufo nella storia, sul territorio, in cucina, a cura di Grazia Novellini, Slow Food Editore, Bra 2014.
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