- scheda
- CD - IDENTIFICAZIONE
- TSK - Tipo moduloMODI
- CDR - Codice Regione19
- CDM - Codice ModuloICCD_MODI_6857304576541
- ESC - Ente schedatoreICCD
- ECP - Ente competente per tutelaICCD
- OGM - Modalità di individuazionedocumentazioni audio-visive
- OG - ENTITA'
- AMB - Ambito di tutela MiBACTetnoantropologico
- AMA - Ambito di applicazioneentità immateriali
- CTG - Categoriatecniche
- OGD - DefinizioneTrebbiatura del grano
- LC - LOCALIZZAZIONE
- LCS - StatoITALIA
- LCR - RegioneSicilia
- LCP - ProvinciaNR
- LCC - ComuneNR
- DT - CRONOLOGIA
- DTR - Riferimento cronologicoXX
- CM - CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI
- CMR - Responsabile dei contenutiMagnani, Fabrizio (collaboratore al coordinamento del progetto)
- CMR - Responsabile dei contenutiTucci, Roberta (coordinatore del progetto)
- CMR - Responsabile dei contenutiVietri, Luisa (collaboratore al coordinamento del progetto)
- CMC - Responsabile ricerca e redazioneDi Lella, Rosa Anna
- CMA - Anno di redazione2016
- CMM - Motivo della redazione del MODIInventario patrimonio culturale immateriale/ ICCD: progetto PCI 500 giovani
- ADP - Profilo di accesso1
- OSS - Note sui contenuti del moduloTemi trattati nell'ambito del progetto PCI: Culture alimentari
- DA - DATI ANALITICI
- DES - DescrizioneDue uomini tirano le redini di due muli che portano un carico di covoni di grano e li conducono su un campo; sono accompagnati da altri due uomini e da un bambino. Tre uomini slegano poi le corde che assicurano i covoni al dorso degli animali e li dispongono a terra, mentre altri due muli carichi di covoni si avvicinano al luogo, tirati da altri due uomini. I mazzi di grano vengono disposti su un'area del campo, l'aia, per iniziare la #pisata# (trebbiatura); due coppie di muli sono tirati dalle redini da due uomini e condotti sull'aia in modo che calpestino le spighe disposte sul terreno. Un altro uomo, il #cacciante#, guida le due coppie di muli al centro dell'aia, reggendo con la mano sinistra le redini e con la destra una frusta, con la quale colpisce il dorso degli animali. I muli girano in cerchio intorno all'uomo, calpestando le spighe. I movimenti dell'uomo sono scanditi e accompagnati da suoni vocali di incitamento. Quando una prima battitura del grano è terminata, gli animali vengono allontanati dall'aia e diversi uomini con forconi di legno spostano la paglia e l'ammassano lateralmente. Le operazioni si ripetono anche in altri punti del campo. Gli uomini poi si riposano: uno di loro versa dell'acqua da una botte in una ciotola e beve; altri parlano, posti ai lati dell'aia, seduti o in piedi. Una donna è seduta su una sedia con un bambino di circa due anni sulle ginocchia mentre un ragazzo, accovacciato di fronte a loro, gioca con il bambino. Un altro uomo è in piedi vicino ad un grande setaccio appeso a un treppiede di legno. Altri uomini in gruppo, in lontananza, sono seduti a terra e sollevano le spighe. Altri tre uomini sono seduti vicini alle vettovaglie; uno di loro prende una bottiglia e la pone a terra vicino agli altri due che mangiano. Un uomo esamina il grano facendolo scivolare tra le mani. Nel campo tutti attendono: gli animali sono fermi, alcune persone dormono o si riposano. Ad un certo punto si alza il vento e inizia a sollevarsi una nuvola di paglia e pula. I contadini, in fila, muniti di forconi o pale, raccolgono le spighe e le lanciano controvento, in modo da separare la pula dal grano. La fila si scompone. Due uomini procedono poi con la setacciatura: uno versa il grano nel setaccio sorretto e mosso da un altro uomo. Una donna e un ragazzo fanno la stessa operazione: la donna versa il grano da un cestino nel setaccio tenuto dal ragazzo. Altre persone ripetono le stesse operazioni, continuando a muovere setacci di diverse dimensioni. Nel frattempo, altre persone sono intente a sollevare con forconi o pale il grano già setacciato, formando cumuli in mezzo ai quali è stato conficcato un forcone. Alcuni uomini continuano a battere le spighe, con pale e forconi o procedendo con una seconda battitura con i muli. Infine, il grano pulito viene raccolto e misurato in contenitori di metallo. Gli operai riempiono i contenitori, poi passano un bastoncino di legno sull'orlo per rendere precisa la misurazione e infine versano il contenuto in sacchi di iuta. Gli asini vengono poi caricati con i sacchi di grano e paglia e condotti via.
- NSC - Notizie storico criticheFino alla metà del Novecento, in Sicilia, la coltivazione del grano costituiva una delle attività agricole più importanti. Nel calendario del ciclo del grano, la mietitura poteva realizzarsi a partire dai mesi di maggio e giugno. Le operazioni della mietitura nelle piccole tenute erano compiute dal proprietario con l’aiuto dei familiari. Nelle grandi tenute, invece, i possidenti assumevano squadre di braccianti, dette #opra r’omini# o #chiurma#, formate da sei ad otto mietitori. Tra i mietitori c'erano figure specializzate tra cui: il legatore (#liaturi#) che aveva il compito sia di raccogliere i mazzi di spighe utilizzando un uncino di ferro (#ancinu#) e una forcina di legno (#ancineddu#), sia di formare i covoni, che venivano legati con l’ampelodesmo (#liama#); e il #capu d'antu#, il mietitore più esperto, che procedeva in posizione arretrata rispetto al gruppo di mietitori, per controllarli e coordinarli. I mietitori erano muniti di falce o falcetto e indossavano fasce per proteggere il braccio (#brazzali# o #vrazzali#), grembiuli e pettorali di tela olona. A volte, i mietitori portavano anche ditali di canna (#canneddi#) per proteggere la mano dalla falce. Spesso i mietitori proteggevano il capo con un cappello di paglia o un fazzoletto. Vi è documentazione dell'esistenza di canti di lavoro intonati durante le fasi della mietitura, caratterizzati dalla formule di ringraziamento, e con declamazioni di una singola persona (es.: "Ludamu e ringraziamu lu Santissimu e Divinissimu Sacramentu!"), cui rispondevano in coro gli altri mietitori ("Ora e sempri sia ludatu!"). Le lodi si ripetevano solitamente per tre volte ed erano accompagnate dal sollevamento delle braccia. Terminata la mietitura, i mazzi di spighe sparsi sul terreno erano raccolti in covoni e cataste e si iniziava, quindi, #a strauliari#, ovvero il trasporto dei covoni verso l'aia per la fase di trebbiatura (#a pisatura#). Il trasporto avveniva a dorso dei muli o con le #stragule#, slitte trascinata generalmente da buoi. La #stragula# poteva accogliere una catasta formata da 20 covoni, che costituivano un #mazzu#. Gli animali da soma, invece, trasportavano covoni raccolti in mucchi da 6, formando la #cavaddata#. Trasportati i covoni sull'aia, questi venivano slegati e sparpagliati in uno spazio circolare e pianeggiante, di circa quattro cinque metri. Il #caccianti# o #pisaturi# si poneva al centro dell’aia e, reggendo le redini dei muli, iniziava la #cacciata# (battitura), conducendo gli animali a trottare in circolo. Al termine della #cacciata# si facevano uscire le bestie dall'aia e i contadini rivoltavano le spighe, muniti di tridenti. Le battiture potevano essere diverse e si concludevano quando il grano fuoriusciva dal guscio. Nella fase successiva, lo #spagghiari#, i contadini con il tridente lanciavano controvento il materiale sminuzzato per separare il grano dalla paglia. Una successiva pulitura del grano si eseguiva con le pale di legno (#paliari#). Il frumento veniva poi ammucchiato al centro dell’aia e si procedeva con due setacciature: la prima con un crivello dalle maglie larghe (#crivu ri ròcciulu#) e la seconda con un crivello a maglie strette. Per quest’ultime vagliature venivano adoperati grandi setacci di diametro intorno al metro, appesi ad un treppiede in legno. Il grano pulito veniva poi misurato con il tumulo (#tumminu#) e poi messo nei sacchi e trasportato a dorso dei muli nei granai.
- RI - RILEVAMENTO ENTITA' IMMATERIALI
- RIM - Rilevamento/contestorilevamento nel contesto
- DRV - DATI DI RILEVAMENTO
- DRVL - RilevatoreDe Seta, Vittorio (regia)
- DRVD - Data del rilevamento1955/00/00
- CAO - OCCASIONE
- CAOD - Denominazioneagricoltura
- DO - DOCUMENTAZIONE
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoPCI_Sicilia_RD_F0022
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAK - Nome file digitalePCI_Sicilia_RD_F0022.jpg
- FTAT - NoteFermo-immagine tratto da documento video-cinematografico (vedi VDC).
- VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
- VDCN - Codice identificativoPCI_Sicilia_RD_V0022
- VDCX - Generedocumentazione esistente
- VDCP - Tipo/formatofile digitale
- VDCA - Denominazione/titoloTrebbiatura del grano
- VDCS - SpecificheDurata: 5'51'' (estratto da 1'43'' a 7'34'')
- VDCR - AutoreDe Seta, Vittorio (regia)
- VDCD - Riferimento cronologico1955/00/00
- VDCW - Indirizzo web (URL)https://www.youtube.com/embed/dmnElKdBTfI?start=103&end=454
- VDCT - NoteIl documento è tratto da: Parabola d'oro; regia, fotografia e montaggio di Vittorio De Seta, colore, 35 mm; durata 10'; produzione Astra Cinematografica, 1955.
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneDE SETA 2008
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipomonografia
- BIBM - Riferimento bibliografico completoDe Seta Vittorio, Il mondo perduto: i cortometraggi di Vittorio De Seta, 1954-1959, Milano 2008.
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneBONANZINGA 1995
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipocontributo in periodico
- BIBM - Riferimento bibliografico completoBonanzinga Sergio, I suoni della mietitura e della trebbiatura in Sicilia, in Memus. Mediterraneo Musica. Studi e documenti della Conferenza Musicale Mediterranea, Palermo 1995, pp. 118-141.
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneBUTTITTA - CUSUMANO 1991
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipomonografia
- BIBM - Riferimento bibliografico completoButtitta Antonino - Cusumano Antonino, Pane e festa: tradizioni in Sicilia, Palermo 1991.
- RM - RIFERIMENTI AD ALTRE ENTITÁ
- RMF - Riferimenti ad altre entità
- RMFTMODI
- RMFCICCD_MODI_1101518476541
- RMFMè in relazione con
- RMFNLe due entità sono fra loro in relazione perché contenute nel medesimo documento audiovisivo.