• scheda
    • CD - IDENTIFICAZIONE
      • TSK - Tipo modulo
        MODI
      • CDR - Codice Regione
        20
      • CDM - Codice Modulo
        ICCD_MODI_7343373474941
      • ESC - Ente schedatore
        ICCD
      • ECP - Ente competente per tutela
        ICCD
      • OGM - Modalità di individuazione
        rilevamento sul campo
      • OGM - Modalità di individuazione
        dati bibliografici
    • OG - ENTITA'
      • AMB - Ambito di tutela MiBACT
        etnoantropologico
      • AMA - Ambito di applicazione
        entità immateriali
      • CTG - Categoria
        tecniche
      • OGD - Definizione
        Filet di Bosa_reticella #randadu# ricamo #lauru#: tecnica di esecuzione di un gruppo di merlettaie, merletto ricamato eseguito con modano, forma e ago
    • LC - LOCALIZZAZIONE
      • LCS - Stato
        ITALIA
      • LCR - Regione
        Sardegna
      • LCP - Provincia
        NU
      • LCC - Comune
        Bosa
    • DT - CRONOLOGIA
      • DTR - Riferimento cronologico
        XXI
    • CM - CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI
      • CMR - Responsabile dei contenuti
        Ovidi Pazzaglia, Maria Vittoria (responsabile del progetto di candidatura UNESCO)
      • CMR - Responsabile dei contenuti
        Cottica, Claudia (coordinatrice scientifica inventario MODI)
      • CMC - Responsabile ricerca e redazione
        Bellini, Claudia
      • CMA - Anno di redazione
        2017
      • CMM - Motivo della redazione del MODI
        Inventario patrimonio culturale immateriale Conven-zione Unesco 2003/ Rete del merletto italiano: merletto di Bosa
      • ADP - Profilo di accesso
        1
      • OSS - Note sui contenuti del modulo
        Le due signore all’inizio della documentazione video, ma anche le altre tra un ricamo e l’altro, passano il tempo conversando, siccome la prima merlettaia è sempre fonte di aneddoti e storie, la seconda le chiede: «#narami unu contu#, raccontami una storia». E questa risponde: «# ite conto t’appo dare chi tue no isches #», cioè "cosa posso raccontarti che tu già non sappia?", «#contos de su pisches chi viven intro e mare?#», "storie di pesci che vivono nel mare?". Continua: «#bi suni contos cantu istellas intro chelu#», cioè "ci sono storie numerose come le stelle nel cielo". «#Mamma cando no s’intendia faeddende naria che su filet fudi stadu inventadu da battoro monzas mudas#», cioè "la mamma quando ci sentiva parlare diceva che il filet era stato inventato da quattro monache mute". Poi continua dicendo che forse avevano fatto il voto di silenzio. Però ha il sospetto che lo dicesse per farle stare zitte.
    • DA - DATI ANALITICI
      • DES - Descrizione
        La prima merlettaia, seduta su una sedia, prende il filo di cotone dal rocchetto e lo infila nell’ago grande, poi avvolge il filo tenendolo teso tra le dita di entrambe le mani e creando una matassa #azzola#, matassa o lunga gugliata di filo arrotolato, che si ingrossa incorporando altri fili sino a che ritiene che la quantità del filo sia sufficiente. Taglia il filo e, con un capo dello stesso, forma un cappio che aggancia alla spalliera della sedia che ha davanti e ci fa passare dentro la matassa per ancorarla alla sedia. La merlettaia tiene il modano o il ferretto, # su ferrittu#, con la mano sinistra e, aiutandosi con le dita della stessa mano, forma due maglie attorno al ferretto annodandole con il grande ago che tiene con le prime tre dita della mano destra. Sfila il modano dalle maglie formate per iniziare un altro giro. La seconda merlettaia ricama un centrotavola, in particolare l’angolo, con motivo detto #s’arvure de sa pruna# ovvero l'albero del pruno. La prima merlettaia è sempre intenta a realizzare la rete o reticella, detta #randadu#. La terza merlettaia è impegnata in una fase più avanzata del lavoro di realizzazione della rete #randadu# anche lei ha ancorato la rete alla spalliera della sedia di fronte, e come si dice in gergo #faghe s'aumentu#, fa l'aumento, per ottenere una rete della misura e forma programmata. La quarta merlettaia ricama un centro basandosi su un disegno di sua indeazione partendo da #mustra#(motivo ornamentale di base). La prima merlettaia continua a fare la rete #randadu# aumentando progressivamente il numero delle maglie, sfila il modano dopo ogni giro e continua ad aumentare. Entra la quinta merlettaia che, come si usa fare, prende dal tavolo un po’ di filo e dal fianco del tavolo il suo telaio. Messasi a sedere, infila il nuovo filo nell’ago e ne lega un capo con un nodo doppio al pezzo di filo che rimane, volutamente, dal precedente ricamo della rete col motivo di una greca antica detto #mustazzos e ganzos#, ovvero "baffi e ganci". La prima merlettaia intelaia la rete #randadu# cucendola al telaio. La quarta merlettaia prende alcuni oggetti dal tavolo allestito. La prima merlettaia continua ad intelaiare tendendo la rete sempre di più lo scopo è di fissare la rete su tutti i lati per facilitare in seguito il lavoro di ricamo. La quinta merlettaia ricama una tovaglia seguendo un disegno antico che è chiamato #sa limba de sa botte#. La sesta merlettaia ricama un centrino e, in particolare un fiore di sua ideazione. La settima merlettaia ricama un disegno antico, a forma di rombo, chiamato #sa pudda e sa rosa#, la gallina e la rosa. La quinta merlettaia, completato il ricamo della greca antica, chiede un consiglio per progettare il ricamo centrale. La nona merlettaia riproduce invece il disegno detto #sa piccadura#, ovvero un pugno chiuso intento a bussare.
      • NSC - Notizie storico critiche
        Il filet è strettamente legato al mondo della pesca e alla logica dell’intreccio delle reti. Le donne, a cui spesso toccava il compito di realizzare le reti per i pescatori, hanno utilizzato lo stesso punto per ricavarne un pizzo ricamando la rete al telaio. Il filet, in sardo #su randadu#, utilizza tecniche antichissime ma, essendo quest’arte diffusa in vari paesi del Mediterraneo, è molto difficile individuarne le origini. La sua natura delicata, e quindi facilmente deperibile, ci impedisce di stabilirne con certezza le influenze esterne. L’utilizzo della rete per la decorazione di capi d’abbigliamento e altri oggetti d’arredo era però già presente nel Medio Evo, come dimostrano gli affreschi scoperti nella chiesetta all’interno del castello dei Malaspina. Nel dipinto raffigurante L’Ultima Cena, sulla tavola è infatti posta una tovaglia con inserti di rete. Il nome, filet, di provenienza francese, indica propriamente la reticella sulla quale viene realizzato il finissimo ricamo. Nonostante gli stretti contatti con altri paesi del Mediterraneo, che ne hanno facilitato le contaminazioni, il filet sardo mantiene delle caratteristiche proprie che lo rendono completamente diverso dagli altri merletti. Le figure geometriche dal carattere arcaico riportate sulla rete, riproducono in maniera stilizzata la flora e la fauna locale e sono identiche a quelle che troviamo sui tappeti, sulle coperte, sui vasi e sulle pitture murali. In passato era compito delle donne più esperte tramandare i motivi e le tecniche di lavorazione, ma col passare del tempo, e grazie anche ai nuovi mezzi di comunicazione, la fama del filet bosano iniziò a varcare i confini cittadini. Nel 1800 iniziarono ad apparire i primi laboratori che trasformarono quest'arte in un vero e proprio mestiere e portarono all’introduzione di componenti diverse da quelle tradizionali. Fino ad allora i segreti della lavorazione del filet erano stati tramandati di madre in figlia e i merletti scambiati all’interno della cerchia familiare. Furono proprio queste scuole a far conoscere il filet di Bosa oltre i confini della Sardegna. Una delle scuole-laboratorio più importanti fu quella fondata nei primi del Novecento da Olimpia Melis, sorella dei famosi artisti Melkiorre, Federico e Pino Melis. La signora partecipò a numerose Esposizioni Internazionali e Fiere Campionarie e venne insignita di numerosi premi a Parigi e Bruxelles. Aprì dei punti vendita a Roma e New York e, per la realizzazione degli annunci pubblicitari, si affidò al fratello Melkiorre che spesso realizzava per lei anche degli inediti disegni per il filet (Bellini 2004). Olimpia Melis a partire dagli anni '10 dell'Ottocento organizzò a Bosa un’industria di filet, con alcune centinaia di operaie, che all'apice del successo esportava i lavori sia in Europa che a New York. Questa attività non aveva solo una valenza commerciale, ma la signora Olimpia era riuscita a renderne il carattere artistico, portando il filet a soddisfare nuove richieste d’arredo (tendaggi, giroletto, tovaglie, bordure, ecc.) secondo i dettami dell'allora emergente stile liberty e art dèco. Il filato che usavano era il lino grezzo importato da alcune regioni del nord Italia e dalla Germania. L’avvento dell'autarchia ha poi impedito questo commercio gettando la signora Olimpia nello sconforto non avendo potuto evadere una commessa di poggiatesta per non so quale compagnia ferroviaria estera (Mureddu, 2012 ).
    • RI - RILEVAMENTO ENTITA' IMMATERIALI
      • RIM - Rilevamento/contesto
        rilevamento nel contesto
      • DRV - DATI DI RILEVAMENTO
        • DRVL - Rilevatore
          Pala, Mario
        • DRVD - Data del rilevamento
          2017/04/09
      • CAO - OCCASIONE
        • CAOD - Denominazione
          esecuzione su richiesta
        • CAOS - Note
          l’esecuzione del merletto è avvenuta di pomeriggio
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          merlettaia
        • ATID - Nome
          Dassu, Iolanda
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          merlettaia
        • ATID - Nome
          Motzo, Tina
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          merlettaia
        • ATID - Nome
          Tanda, Silvana
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          merlettaia
        • ATID - Nome
          Merella, Giovanna
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          merlettaia
        • ATID - Nome
          Tamag, Renu
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          merlettaia
        • ATID - Nome
          Lugas, Maddalena
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          merlettaia
        • ATID - Nome
          Biddau, Mariangela
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          merlettaia
        • ATID - Nome
          Mocci, Anastasia
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          merlettaia
        • ATID - Nome
          Mocci, Giovanna
    • DO - DOCUMENTAZIONE
      • FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
        • FTAN - Codice identificativo
          PCI_MEIT_F0061
        • FTAX - Genere
          documentazione allegata
        • FTAP - Tipo
          fotografia digitale (file)
        • FTAF - Formato
          jpg
        • FTAM - Titolo/didascalia
          Merletto di Bosa_fase di esecuzione motivo #sa pudda e sa rosa#_Tia Olanda
        • FTAA - Autore
          Pala, Mario
        • FTAK - Nome file digitale
          PCI_MEIT_F0061.jpg
      • VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
        • VDCN - Codice identificativo
          PCI_MEIT_V0031
        • VDCX - Genere
          documentazione esistente
        • VDCP - Tipo/formato
          file digitale MP4
        • VDCA - Denominazione/titolo
          2filet2017
        • VDCR - Autore
          Pala, Mario
        • VDCW - Indirizzo web (URL)
          https://www.youtube.com/watch?v=VjkSyY6pDWc
        • VDCT - Note
          Il caricamento del video è avvenuto il 9 Aprile 2017. Ha la durata di 9:22 minuti. E’ stato registrato in un'unica giornata, di pomeriggio. I primi due spezzoni video sono in bianco e nero non x ragioni artistiche ma a causa di una regolazione eccessivamente prudente della videocamera, x poter caricare senza problemi il video su You Tube, da parte dell’operatore video.
      • BIB - BIBLIOGRAFIA
        • BIBR - Abbreviazione
          BELLINI 2004
        • BIBX - Genere
          bibliografia di confronto
        • BIBF - Tipo
          monografia
        • BIBM - Riferimento bibliografico completo
          Bellini Claudia, Il Filet. Lavoro e tradizione delle donne a Bosa, introduzione di Mario Atzori, Bosa 2004
      • BIB - BIBLIOGRAFIA
        • BIBR - Abbreviazione
          MUREDDU 2012
        • BIBX - Genere
          bibliografia di confronto
        • BIBF - Tipo
          monografia
        • BIBM - Riferimento bibliografico completo
          Mureddu Marina, Io e il filet di Bosa, Bosa 2012
Valid XHTML 1.0 Strict CSS Valido!