• scheda
    • CD - IDENTIFICAZIONE
      • TSK - Tipo modulo
        MODI
      • CDR - Codice Regione
        09
      • CDM - Codice Modulo
        ICCD_MODI_8617717069841
      • ESC - Ente schedatore
        ICCD
      • ECP - Ente competente per tutela
        ICCD
      • ACC - ALTRA IDENTIFICAZIONE
        • ACCE - Ente/soggetto responsabile
          Associazione Nazionale Città del Tartufo
        • ACCC - Codice identificativo
          ICCD_MODI_8617717069841
      • OGM - Modalità di individuazione
        rilevamento sul campo
    • OG - ENTITA'
      • AMB - Ambito di tutela MiBACT
        etnoantropologico
      • AMA - Ambito di applicazione
        entità immateriali
      • CTG - Categoria
        saperi
      • OGD - Definizione
        Saperi sulla cultura del tartufo in Toscana: la conservazione del tartufo
    • LC - LOCALIZZAZIONE
      • LCS - Stato
        ITALIA
      • LCR - Regione
        Toscana
      • LCP - Provincia
        SI
      • LCC - Comune
        San Giovanni d'Asso
      • LCV - Altri percorsi/specifiche
        Logo
      • PVG - Area storico-geografica
        Crete senesi
    • DT - CRONOLOGIA
      • DTR - Riferimento cronologico
        XXI
    • CM - CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI
      • CMR - Responsabile dei contenuti
        Molteni, Gianfranco
      • CMR - Responsabile dei contenuti
        Broccolini, Alessandra
      • CMC - Responsabile ricerca e redazione
        Molteni, Gianfranco
      • CMC - Responsabile ricerca e redazione
        Broccolini, Alessandra
      • CMA - Anno di redazione
        2016
      • CMM - Motivo della redazione del MODI
        Inventario patrimonio culturale immateriale Convenzione Unesco 2003/ Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali
      • ADP - Profilo di accesso
        1
      • OSS - Note sui contenuti del modulo
        L’“Associazione Nazionale Città del Tartufo” (ANCT), costituitasi nel 1990, ha tra le sue finalità la salvaguardia e la valorizzazione dei saperi e delle tecniche relative al tartufo, al territorio e all’ambiente interessati dalla sua presenza, così come la loro promozione e diffusione in quanto patrimonio culturale immateriale delle comunità locali. L’Associazione ha negli anni creato una rete interregionale nazionale all’interno della quale sono attualmente presenti: Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Affiancando le attività di documentazione e ricerca di centri di ricerca specializzati, le attività didattiche museali e le attività didattiche accademiche, l’ANCT contribuisce alla trasmissione e diffusione dei saperi e delle conoscenze sul tartufo e dei suoi valori identitari culturali e sociali acquisiti nei vari settori di ricerca coordinando attività pubbliche che coinvolgono associazioni, amministrazioni locali e società civile. Dal 2006 l’ANCT inoltre promuove e diffonde un regolamento e riconoscimento dei ristoranti prossimi alle comunità locali del territorio nazionale relativo alle buone pratiche di uso gastronomico del tartufo nella cucina tradizionale regionale e del suo uso secondo criteri di qualità e salubrità. A partire dal 2015 ad oggi l’Associazione ha avviato, con il supporto di antropologi esperti e la partecipazione delle comunità, le attività di catalogazione per inserire saperi e tecniche sulla cultura del tartufo in Italia all’interno dell’inventario nazionale MiBACT.
    • DA - DATI ANALITICI
      • DES - Descrizione
        “Per prima cosa si controlla se il tartufo è schietto, sano, che non ci sia... insomma che sia perfetto, che non ci sia qualcosa che è già un po'... e poi si prende questa carta Scottex, come si può chiamare, insomma ora senza fare pubblicità, una carta assorbente, si mette dentro un contenitore di vetro, è meglio, e prima si prende il contenitore, poi si mette la carta alle pareti del contenitore e ci poi si mette il tartufo, poi si ricopre e poi si chiude, in modo che l’umidità che aveva nel terreno... si mantiene il profumo e l'umidità si mantiene dentro questo contenitore, e poi si mette in frigo per fagli mantenere la temperatura costante” (VDCN: ANCTV015). “[La terra intorno al tartufo] si deve lasciare, sì perché mantiene sempre quell’umidità e poi il profumo... oddio se ce n'è tanta tanta... ma in genere non è che quando il tartufo esce dal terreno... c’è quella pochina insomma che fa mantenere intatto il tartufo, lo fa continuare... cioè dura di più, sì perché se gli si porta via quella parte, l’umidità se ne va e si asciuga prima” (VDCN: ANCTV016). "Il tartufo bianco una quindicina di giorni, non di più perché poi perde proprio... lo scorzone anche venti e anche di più, anche il marzuolo uguale, il bianco non più di quindici giorni... cioè poi anche se è sempre buono però perde il profumo, la consistenza, insomma perde tante qualità, che poi dopo uno è inutile che vada a mangiare un tartufo bianco dopo 15 giorni... insomma, più fresco è, più profumo emana" (VDCN: ANCTV017). “Si prende una scodella e ci si mette un pochino a bagno, quanto e niente, un pochino nell'acqua, si fa un pochino così con le mani in modo che vada via la terra più grossa, ma non tanto perché... e poi dopo si prende uno spazzolino molto delicato, prima sarebbe meglio spazzolarlo un pochino, forse levargli, se c'ha proprio tanta terra, levargliela prima di metterla nella scodella con l'acqua, se invece ce n'ha proprio minima di terra si mette subito nell'acqua, e poi dopo si prende uno spazzolino e sotto la cannella... io li pulisco sempre sotto la cannella perché tanto poi ci rimane qualche granellino di terra, delicatamente, non è che si deve strusciare forte, appena una gocciolina d'acqua viene giù con uno spazzolino gli si leva la terra e a quel punto è pronto per essere messo in cucina" (VDCN: ANCTV018).
      • NSC - Notizie storico critiche
        A casa del tartufaio si compiono una serie di operazioni per conservare a lungo il tartufo integro. Secondo la tradizione l’uomo cerca il tartufo e la donna lo conserva. L’uso del tartufo in cucina ha avuto, da tempo, ambiti culturali e sociali assai diversi, da un lato infatti c’era l’ambito aristocratico, dalle corti signorili alle più prestigiose corti ecclesiastiche e dall’altro la cucina povera ed umile dei contadini e dei tartufai, di coloro cioè che lo cercavano e lo trovavano al di fuori del mercato, come un prodotto della terra a cui potevano avere accesso diretto. In questo secondo caso il tartufo si inserisce tra i piatti tradizionali come la pasta e le uova, arricchendoli sia a livello di profumi che di sapori. In entrambe le cucine elemento fondamentale era la stagionalità del frutto non avendo trovato sistemi di conservazione che ne permettessero una lunga conservazione, ed ecco che proprio legato alla stagionalità l’agiografia senese tramanda, tramite la penna del Beato Colombini, un miracolo "stagionale" avvenuto nella seconda metà del Trecento da parte di un altro beato senese Pietro Petroni: “Lo stesso Colombini racconta un’altra profezia fatta da Pietro, il che seguì tredici mesi prima che Pietro passasse all’altra vita. Avendo Egli un giorno sommo desiderio di Tartufi frutti simili ai funghi, quai suol produrre per se stessa la terra d’Autunno, a tal effetto ricorse al Colombini, affinché glieli trovasse il Colombini non sapea come potere eseguire un tale comando, per la stagione impropria per tali frutti, essendo il mese di Maggio. Ma importunato di bel nuovo da Pietro, a ricercarli senza nessuna speranza di poterlo consolare, immantinente partì. Il seguente giorno, mentre il suo discepolo Giovacchino, si parte per la Certosa, un Giovane gli presenta una grande quantità di Tartufi, i quali, con incredibile allegrezza, e pieno d’ammirazione, tosto presentò a Pietro, da cui furono oltremodo graditi (Bandini da Siena, Vita del beato Pietro Petroni senese, monaco del Sacro Ordine Cartusiano, Venezia 1776 p.95). Il tartufo toscano venne ai primi del Novecento rilanciato a livello di gastronomia da Pellegrino Artusi, che paragona il dibattito tra tartufi neri e bianchi con quello tra Guelfi e Ghibellini e indica una tecnica di conservazione: “io li ho conservato a lungo nel seguente modo, tagliati a fette sottili, asciugati al fuoco e conditi col sale e pepe, coperti d’olio e messi al fuoco per far loro alzare il bollore. Da crudi si usa tenerli fra il riso per comunicare a questo il loro profumo.” (P. Artusi La scienza in cucina, Torino 1970 p. 352) avvertendo però il lettore che “ma non sempre mi è riuscito”. Invece la preparazione per la cucina é simile a quella fornita dall'attrice sociale: “Dopo averli bagnati e nettati, come si usa generalmente con uno spazzolino tuffato nell’acqua fresca…”. Giovanni Righi Parenti, il maggior gastronomo senese di fine novecento ed esperto della cucina tradizionale, ha scritto un agile volumetto “Le cento migliori ricette al tartufo” (Newton, Roma 1997) dove suggerisce alcune tecniche per conservare i tartufi in vasetti di vetro e sigillati in frigorifero (nelle caraffe di vetro ricoperte di riso, l’olio al tartufo). L’importanza di inserire la gastronomia all’interno di una visione complessiva del tartufo, in cui hanno spazio non solo le caratteristiche di ciascuna tipologia, ma la conservazione e la preparazione, oltre a gustose ricette, si trova in Piergiorgio Angelini I Tesori di San Giovanni, San Giovanni 2005.
    • RI - RILEVAMENTO ENTITA' IMMATERIALI
      • RIM - Rilevamento/contesto
        rilevamento decontestualizzato
      • DRV - DATI DI RILEVAMENTO
        • DRVL - Rilevatore
          Molteni, Gianfranco
        • DRVD - Data del rilevamento
          2015/12/18
      • CAO - OCCASIONE
        • CAOD - Denominazione
          comunicazione su richiesta
      • ATI - ATTORE INDIVIDUALE
        • ATIR - Ruolo
          massaia
        • ATID - Nome
          Poggialini, Marisa
        • ATIA - Note
          L’attrice sociale è interna al gruppo dei tartufai di San Giovanni d'Asso, in quanto moglie di un tartufaio. La donna ha 60 anni ed è nativa della zona.
    • DO - DOCUMENTAZIONE
      • FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
        • FTAN - Codice identificativo
          ANCTF004
        • FTAX - Genere
          documentazione allegata
        • FTAP - Tipo
          fermo-immagine
        • FTAF - Formato
          jpg
        • FTAM - Titolo/didascalia
          Marisa Poggialini
        • FTAK - Nome file digitale
          ANCT004.jpg
      • VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
        • VDCN - Codice identificativo
          ANCTV015
        • VDCX - Genere
          documentazione esistente
        • VDCP - Tipo/formato
          file digitale
        • VDCA - Denominazione/titolo
          Saperi sulla conservazione del tartufo in Toscana (Poggialini)
        • VDCS - Specifiche
          Durata: 50'' (estratto da 0'41'' a 1'31'')
        • VDCR - Autore
          Poggialini, Sara
        • VDCD - Riferimento cronologico
          2015/12/18
        • VDCE - Ente proprietario
          Associazione Nazionale Città del Tartufo
        • VDCW - Indirizzo web (URL)
          https://www.youtube.com/embed/iR-8ihXP02U?start=41&end=91
        • VDCT - Note
          Il documento audiovisivo è stato realizzato presso l'abitazione dell'attrice sociale.
      • VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
        • VDCN - Codice identificativo
          ANCTV016
        • VDCX - Genere
          documentazione esistente
        • VDCP - Tipo/formato
          file digitale
        • VDCA - Denominazione/titolo
          Saperi sulla conservazione del tartufo in Toscana (Poggialini)
        • VDCS - Specifiche
          Durata: 28'' (estratto da 1'41'' a 2'9'')
        • VDCR - Autore
          Poggialini, Sara
        • VDCD - Riferimento cronologico
          2015/12/18
        • VDCE - Ente proprietario
          Associazione Nazionale Città del Tartufo
        • VDCW - Indirizzo web (URL)
          https://www.youtube.com/embed/iR-8ihXP02U?start=101&end=128
        • VDCT - Note
          Il documento audiovisivo è stato realizzato presso l'abitazione dell'attrice sociale.
      • VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
        • VDCN - Codice identificativo
          ANCTV017
        • VDCX - Genere
          documentazione esistente
        • VDCP - Tipo/formato
          file digitale
        • VDCA - Denominazione/titolo
          Saperi sulla conservazione del tartufo in Toscana (Poggialini)
        • VDCS - Specifiche
          Durata: 33'' (estratto da 2'21'' a 2'54'')
        • VDCR - Autore
          Poggialini, Sara
        • VDCD - Riferimento cronologico
          2015/12/18
        • VDCE - Ente proprietario
          Associazione Nazionale Città del Tartufo
        • VDCW - Indirizzo web (URL)
          https://www.youtube.com/embed/iR-8ihXP02U?start=141&end=174
        • VDCT - Note
          Il documento audiovisivo è stato realizzato presso l'abitazione dell'attrice sociale.
      • VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
        • VDCN - Codice identificativo
          ANCTV018
        • VDCX - Genere
          documentazione esistente
        • VDCP - Tipo/formato
          file digitale
        • VDCA - Denominazione/titolo
          Saperi sulla conservazione del tartufo in Toscana (Poggialini)
        • VDCS - Specifiche
          Durata: 49'' (estratto da 3'10'' a 3'59'')
        • VDCR - Autore
          Poggialini, Sara
        • VDCD - Riferimento cronologico
          2015/12/18
        • VDCE - Ente proprietario
          Associazione Nazionale Città del Tartufo
        • VDCW - Indirizzo web (URL)
          https://www.youtube.com/embed/iR-8ihXP02U?start=190&end=239
        • VDCT - Note
          Il documento audiovisivo è stato realizzato presso l'abitazione dell'attrice sociale.
      • BIB - BIBLIOGRAFIA
        • BIBR - Abbreviazione
          BENCIVENGA - BACIARELLI FALINI 2012
        • BIBX - Genere
          bibliografia di confronto
        • BIBF - Tipo
          monografia
        • BIBM - Riferimento bibliografico completo
          Bencivenga Mattia - Baciarelli Falini Leonardo, Manuale di tartuficoltura. Esperienze di coltivazione dei tartufi in Umbria, Regione Umbria - Università degli studi di Perugia, 2012.
        • BIBW - Indirizzo web (URL)
          http://www.regione.umbria.it/documents/18/1932463/Manuale+di+Tartuficoltura/8cff330b-2e61-4ae6-a83a-312f9223d434
      • BIB - BIBLIOGRAFIA
        • BIBR - Abbreviazione
          BUTI - MANDORLINI 2012
        • BIBX - Genere
          bibliografia di confronto
        • BIBF - Tipo
          monografia
        • BIBM - Riferimento bibliografico completo
          Buti, Riccardo - Mandorlini Fabrizio, Oro Bianco, FM Edizioni, San Miniato 2012.
      • BIB - BIBLIOGRAFIA
        • BIBR - Abbreviazione
          ANGELINI 2010
        • BIBX - Genere
          bibliografia di confronto
        • BIBF - Tipo
          monografia
        • BIBM - Riferimento bibliografico completo
          Angelini Piergiorgio, I tesori di San Giovanni d'Asso, Comune di San Giovanni 2010.
      • BIB - BIBLIOGRAFIA
        • BIBR - Abbreviazione
          REGIONE TOSCANA 2004
        • BIBX - Genere
          bibliografia di confronto
        • BIBF - Tipo
          monografia
        • BIBM - Riferimento bibliografico completo
          Il tartufo. Piccola guida alle norme alle procedure ai sevizi, a cura di Regione Toscana, Edizioni Regione Toscana, 2004.
        • BIBW - Indirizzo web (URL)
          http://www.provincia.pisa.it/uploads/2012_08_28_17_44_51.pdf
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