- scheda
- CD - IDENTIFICAZIONE
- TSK - Tipo moduloMODI
- CDR - Codice Regione11
- CDM - Codice ModuloICCD_MODI_9921472394541
- ESC - Ente schedatoreICCD
- ECP - Ente competente per tutelaICCD
- OGM - Modalità di individuazionedocumentazioni audio-visive
- OG - ENTITA'
- AMB - Ambito di tutela MiBACTetnoantropologico
- AMA - Ambito di applicazioneentità immateriali
- CTG - Categoriatecniche
- OGD - DefinizioneFusione e battitura a maglio di contenitori di rame
- LC - LOCALIZZAZIONE
- LCS - StatoITALIA
- LCR - RegioneMarche
- LCP - ProvinciaAP
- LCC - ComuneForce
- LCL - LocalitàFORCE
- DT - CRONOLOGIA
- DTR - Riferimento cronologicoXX
- CM - CERTIFICAZIONE E GESTIONE DEI DATI
- CMR - Responsabile dei contenutiMagnani, Fabrizio (collaboratore al coordinamento del progetto)
- CMR - Responsabile dei contenutiTucci, Roberta (coordinatore del progetto)
- CMR - Responsabile dei contenutiVietri, Luisa (collaboratore al coordinamento del progetto)
- CMC - Responsabile ricerca e redazioneDi Lella, Rosa Anna
- CMA - Anno di redazione2016
- CMM - Motivo della redazione del MODIInventario patrimonio culturale immateriale/ ICCD: progetto PCI 500 giovani
- ADP - Profilo di accesso1
- OSS - Note sui contenuti del moduloTemi trattati nell'ambito del progetto PCI: Artigianato. Il documento video è accompagnato dalla seguente nota. "Sinossi: Nell'interno delle Marche esistono ancora gli ultimi ramai. Si tratta di un'antica forma di artigianato che va lentamente scomparendo. Sui titoli di testa, immagini della lavorazione del rame in un officina. Immagini di un paesino sugli Appennini marchigiani, non nominato, dove l'attività del ramaio aveva una forte tradizione, tanto che negli anni '30 si contavano circa 400 ramai, che servivano soprattutto i casolari di campagna (immagini di interni di casolari con utensili di rame appesi alle pareti). Oggi si contano pochissimi ramai, divisi tra la fabbricazione di utensili domestici e quella di oggetti "decorativi". Immagini di ramai che modellano gli utensili con il martello. Viene raccontata la tecnica utilizzata: il materiale grezzo preparato nelle fonderie vicine, poi modellato e battuto fino alla realizzazione dell'utensile voluto. Vecchi oggetti in rame vengono fusi per ottenerne di nuovi. Il metallo fuso viene versato in forme, e battuto da grossi magli, che solo in tempi recenti hanno cominciato a essere alimentati a corrente elettrica. Immagini di un’officina che utilizza ancora il maglio mosso dall'energia prodotta da un mulino ad acqua. Alla fonderia l'artigiano acquista metallo utilizzabile dando in cambio vecchi utensili da fondere. Una strada del paesino con le porte delle botteghe chiuse: la voce di commento informa che gli oggetti tradizionali sono stati sostituiti da quelli in ferro smaltato, alluminio, plastica. Una bottega dove si fabbricano oggetti di rame per uso "decorativo", operai al lavoro anche all'aperto, sulle scalinate del paese. Vetrine di negozi lungo la statale Adriatica, interni di negozi, dove l'oggetto d'artigianato ormai si confonde con quello prodotto industrialmente. Oggetti ornamentali in case borghesi mostrati in alternanza a donne di campagna che ancora attingono l'acqua dalla fontana riempendo recipienti di rame e trasportandoli sulla testa". La colonna sonora del documento audiovisivo in cui è rappresentata l’entità in esame appare del tutto estranea alle immagini. Nonostante la presenza di musiche non pertinenti, i contenuti i visivi offrono particolare interesse.
- DA - DATI ANALITICI
- DES - DescrizioneUn artigiano, in piedi di fronte ad una forgia, muove una #cava# incandescente servendosi di pinze; non appena la prima #cava# è pronta, la rimuove dalla forgia e la sostituisce con un'altra. Nel frattempo tre #magliari# stanno battendo una #conca# al maglio. Ciascuno di loro regge, con entrambe le mani, delle pinze che usano per spostare la #conca# e farla ruotare sotto il maglio. In un altro angolo della fonderia, un artigiano inserisce diversi oggetti di rame nel forno fino ad arrivare al punto di fusione. Il maglio è ora fermo, uno dei #magliari# si asciuga il sudore sulla fronte; poi il lavoro procede. Nel frattempo due operai prelevano il metallo fuso dal forno con dei grandi mestoli di ferro e riempiono dei crogioli di forma cilindrica; un terzo artigiano rende omogenea la superficie del metallo fuso servendosi di uno strumento a forma di pala. Intanto i tre #magliari# continuano nella battitura del contenitore, mentre uno degli operai ricopre il metallo fuso negli stampi con della cenere. I #magliari#, poi, iniziano a lavorare un massello a forma di disco. Il pezzo viene posto sotto il maglio e mosso con una grande tenaglia da un operaio seduto.
- NSC - Notizie storico criticheSebbene il documento non faccia riferimento a una località specifica, si può desumere che la località presa in esame sia Force (AP). A Force, l'attività dei ramai ha avuto fino alla seconda gurra mondiale una rilevanza tale da costituire la principale attività del luogo. La presenza di ramai è documentata a partire dalla fine del 1500. Ne è testimonianza la presenza di un maglio costruito probabilmente nel XVI secolo da monaci farfensi. Secondo alcune ricostruzioni, l'arte del rame arrivò a Force con un gruppo di artigiani nomadi. Altri sostengono invece che furono i monaci farfensi a intraprendere questo tipo di attività. Altri ancora pensano che sia stato il maestro ramaio Felice Rosati, a diffondere a Force, nel XVIII secolo, l'arte del rame. Nel corso del XIX secolo l’attività dei ramai forcesi raggiunse il periodo di massimo splendore. Oggi, il lavoro dei ramai o #calderai# (da #caldai#, contenitori) di Force è documentato nell'esposizione del Museo del Rame e trova continuità nella presenza di alcune botteghe artigiane. In passato, i manufatti realizzati erano prevalentemente di uso domestico e spesso destinati alla cottura. Non mancava però una produzione di oggetti ornamentali. La lavorazione tradizionale del rame iniziava con la fusione di pezzi di rame riusato; il metallo, una volta fuso, veniva posto in crogioli per formare i masselli. Una volta induriti i masselli venivano posti sotto il maglio (spesso idraulico) per la battitura e la sagomatura. Le squadre di #magliari# erano di solito composte da circa 3-5 persone coordinate dal maestro forgiatore ed erano munite di grandi tenaglie. Il massello veniva riscaldato e rilavorato diverse volte, fino ad assottigliarsi e a prendere una forma cava. I vari semilavorati ottenuti dalla battitura costituivano poi i pezzi base per la lavorazione dei prodotti finiti, eseguita con battitura e formatura a freddo mediante mazzuole in legno e incudini. Nelle fasi finali, i prodotti erano decorati con diverse tecniche, tra cui: la martellatura, con produzione di sfaccettature mediate colpi di martello; la cesellatura, che consiste nell'incidere un determinato motivo sulla superficie; la lavorazione a sbalzo, con decorazione ottenuta lavorando un foglio di metallo dal retro, in modo da far sporgere i rilievi sul davanti. Per gli utensili da cucina si procedeva alla stagnatura, attraverso la quale l'intero recipiente veniva ricoperto da uno strato di stagno per aumentare la resistenza del rame. I ramai o #calderai# di Force avevano un gergo di lavoro, conosciuto come #baccaiamento# o #bakkajamendo#.
- RI - RILEVAMENTO ENTITA' IMMATERIALI
- RIM - Rilevamento/contestorilevamento nel contesto
- DRV - DATI DI RILEVAMENTO
- DRVL - RilevatoreBizzarri, Libero (regista)
- DRVD - Data del rilevamento1964 ca
- CAO - OCCASIONE
- CAOD - Denominazionelavoro
- DO - DOCUMENTAZIONE
- FTA - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- FTAN - Codice identificativoPCI_Marche_RD_F0003
- FTAX - Generedocumentazione allegata
- FTAK - Nome file digitalePCI_Marche_RD_F0003.jpg
- FTAT - NoteFermo-immagine tratto da documento video-cinematografico (vedi VDC).
- VDC - DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
- VDCN - Codice identificativoPCI_Marche_RD_V0003
- VDCX - Generedocumentazione esistente
- VDCP - Tipo/formatofile digitale
- VDCA - Denominazione/titoloFusione e battitura a maglio di contenitori di rame
- VDCS - SpecificheDurata: 2'19'' (estratto da 2'48'' a 5'07'')
- VDCR - AutoreBizzarri, Libero (regista)
- VDCD - Riferimento cronologico1964/00/00
- VDCW - Indirizzo web (URL)https://www.youtube.com/embed/_vKBAjYAdlo?start=168&end=307
- VDCT - NoteIl documento è tratto da: Gli ultimi ramai; regia Libero Bizzarri; fotografia Ettore Corso e Gianni Raffaldi; musica Alberico Vitalini; organizzazione Aldo Raparelli; produzione Corona Cinematografica; Cineteca di Bologna; colore; 11 minuti; 1964.
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneEGIDI 2006
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipomonografia
- BIBM - Riferimento bibliografico completoEgidi Bruno, Il paese dei Ramai, Grottammare 2006.
- BIB - BIBLIOGRAFIA
- BIBR - AbbreviazioneGIAMMARCO 1973
- BIBX - Generebibliografia di confronto
- BIBF - Tipocontributo in periodico
- BIBM - Riferimento bibliografico completoGiammarco Ernesto, Il gergo dei ramai di Force, in Abruzzo, a. XI, n. 1 (1973).
- RM - RIFERIMENTI AD ALTRE ENTITÁ
- RMF - Riferimenti ad altre entità
- RMFTMODI
- RMFCICCD_MODI_9921472394541
- RMFMè in relazione con
- RMFNLe due entità sono fra loro in relazione perché contenute nel medesimo documento audiovisivo.