R18 - 00133900

CD CODICI
TSK Tipo Scheda BDI
LIR Livello ricerca P
NCT CODICE UNIVOCO
NCTR Codice regione R18
NCTN Numero catalogo scheda 00133900
ESC Ente schedatore Comitato Cittadino 11 gen
ECP Ente competente S112
RV RELAZIONI
ROZ Altre relazioni 1800133900
DB DEFINIZIONE BENE
DBD Denominazione Festa della #Varia#: saperi sulla fondazione del culto della Madonna della Sacra Lettera e origini della festa
DBC Categoria saperi
RD REDAZIONE
RDM Modalità di Redazione terreno
LA ALTRE LOCALIZZAZIONI GEOGRAFICHE-AMMINISTRATI
TLC Tipo di localizzazione localizzazione di rilevamento
PRV LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA
PRVS Stato Italia
PRVR Regione Calabria
PRVP Provincia RC
PRVC Comune Palmi
PRT Contesto rilevamento nel contesto
DR DATI DI RILEVAMENTO
DRV Ente responsabile Comitato Cittadino 11 gennaio 1582 - Varia Pro UNE
DRT Denominazione della ricerca Inventario patrimonio culturale immateriale Convenzione Unesco 2003/ Le Feste delle grandi macchine a spalla: festa della Varia di Palmi
DRR Responsabile della ricerca Rotundo, Tommaso
DRL Rilevatore Rotundo, Tommaso
DRD Data rilevamento 2010/07/02
CA OCCASIONE
CAO Altra Occasione comunicazione su richiesta
CU COMUNICAZIONE
CUV VERBALE
CUVM Voce/i maschile/i 1
DA DATI ANALITICI
DRS Descrizione del Bene Legata da sempre alla vicina Messina da vincoli di amicizia e da rapporti commerciali, Palmi deve l'origine della festa della #Varia# alla città siciliana. Il termine #Varia# indica la bara (cataletto, vara, fercolo) contenente le spoglie della Vergine Maria e indica per traslato il carro votivo che rappresenta scenicamente l'Assunzione in cielo di Maria Santissima. Secondo la tradizione, i messinesi, avendo appreso della morte di Gesù sulla croce, inviarono un'ambasceria a Gerusalemme per rendere omaggio alla Vergine Maria. Si narra che fu lo stesso San Paolo ad accompagnare l'ambasceria presso la madre di Cristo. La Vergine Maria, per riconoscenza di tanta devozione, inviò ai messinesi tramite la stessa ambasceria, una lettera e una ciocca dei suoi capelli che furono portati nella città siciliana nel 42 d.C. La lettera conteneva un messaggio di benedizione e di protezione rivolto alla città di Messina. Da quel momento, la Vergine, divenne la protettrice dei messinesi, i quali abbandonarono definitivamente il culto rivolto a idoli pagani. Dopo la morte della Madre di Cristo, i messinesi vollero ricordarla portando in processione un quadro - si tramanda di provenienza orientale e opera di San Luca - che rappresentava la scena dell'Assunzione in cielo della Vergine. Per festeggiare l'ingresso in città di Carlo V, vincitore nella campagna militare contro i musulmani in Nordafrica che si concluse nel 1535 con la conquista di Tunisi, il Senato messinese diede l'incarico ad un architetto di origine calabrese di nome Mastro Radese di realizzare una macchina votiva imponente – forse ideata dal matematico e astronomo messinese Francesco Maurolico (1494-1575) – in grado di rappresentare in maniera allegorica e portentosa l'Assunzione in cielo di Maria Vergine. Dopo la battaglia di Lepanto del 1571, Messina fu devastata dal terribile morbo della peste che mieté migliaia di vittime. Per evitare che si propagasse il morbo furono realizzati dei cordoni sanitari. Gli abitanti di Palmi contravvenendo ai divieti di oltrepassare i confini segnati per circoscrivere il contagio e sfidando il morbo della peste, prestarono aiuto ai messinesi portando loro viveri, medicamenti e in alcuni casi addirittura ospitandoli di nascosto nelle proprie abitazioni di Palmi. Quando l'epidemia si attenuò, il Senato di Messina, in segno di riconoscenza per gli aiuti elargiti dai palmesi e per l'antica amicizia che legava le due città, volle donare ai cittadini di Palmi un capello di cui la Vergine aveva fatto dono insieme alla lettera di protezione, ai messinesi. Allo stesso modo di Messina, anche la città di Palmi cominciò da quel momento in poi a venerare la Madonna della Sacra Lettera. I palmesi presero a festeggiare la Madonna della Sacra Lettera il giorno dell'Assunzione utilizzando un carro votivo - del tutto simile a quello dei messinesi - creato da un artigiano locale di nome Mastro Jacopo. In segno di deferenza verso i messinesi che celebravano l'Assunzione della Madonna il 15 agosto, i palmesi non vollero far coincidere la festa lo stesso giorno e decisero di celebrarla l'ultima domenica di agosto. Tale decisione fu presa anche per consentire agli abitanti delle due città di prendere parte scambievolmente ai rispettivi eventi festivi organizzati in onore della Vergine. Un tempo, sia nella città di Messina e sia a Palmi, il 3 giugno si celebrava - e si celebra ancora oggi a Messina - la festa in onore della Vergine a ricordo non solo, del giorno in cui la Madonna scrisse la lettera ai messinesi, ma anche perché, si tramanda che nel 1636, avvennero degli episodi miracolosi nella città dello Stretto: i messinesi stremati dalla fame causata da una terribile carestia, videro apparire miracolosamente nel porto della città tre bastimenti carichi di grano che li salvarono da morte sicura. Dagli atti del Catasto Onciario del 1747 è emerso che l'Universitas di Palmi, previde nel proprio bilancio la spesa di 100 ducati per le ricorrenze festive in onore della Protettrice di Palmi indicando, oltre alle date del 3 giugno e dell'ultima domenica di agosto, anche la data dell'11 gennaio, apparentemente non riconducibile a nessun evento legato alla Madonna. Si è supposto che tale data venisse celebrato come il giorno in cui nel 1582 i palmesi ricevettero in dono il capello della Madonna dai messinesi. I primi riferimenti storici della celebrazione della festa della #Varia# a Palmi risalgono al 1600. La #Varia# antica veniva trasportata sulle spalle degli #Mbuttaturi# che percorrevano il corso principale, in terra battuta, al suono di una caratteristica marcetta composta dal maestro Rosario Jonata. Giunto il carro al centro della piazza San Ferdinando, esso veniva fatto girare per tre volte intorno alla Fontana della Palma per poi concludere il tragitto davanti alla Chiesa madre in piazza Maria Cristina. Nel 1872 il trasporto della #Varia# fu abolito con un decreto che definiva la manifestazione "barbara e incivile".
AT ATTORE INDIVIDUALE
ATT ATTORE
ATTI Ruolo storico locale
ATTZ Nazionalità italiana
ATTN Nome Lovecchio, Francesco
ATTS Sesso M
ATTE Età 67
DO FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
FTA DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX Genere documentazione allegata
FTAP Tipo file digitale
FTAA Autore Rotundo,Tommaso
FTAD Data 2010/07/02
FTAE Ente Proprietario Comitato Cittadino 11 gennaio 1582 - Varia Pro UNESCO
FTAC Collocazione Archivio di Stato di Palmi
FTAN Codice Identificativo VDP MINI DV A-00
FTAT Titolo/Note fermo immagine da video primario
VDC DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
VDCX Genere documentazione allegata
VDCP Tipo cassetta Mini-DV
VDCR Autore Rotundo, Tommaso
VDCD Data 2010/07/02
VDCE Ente Proprietario Comitato Cittadino 11 gennaio 1582 - Varia Pro UNESCO
VDCA Titolo Origini della festa della Madonna della Sacra Lettera
VDCC Collocazione Archivio di Stato di Palmi
VDCN Codice Identificativo VDP MINI DV A-00
VDCT Note Origini della festa della Madonna della Sacra Lettera e della Varia di Palmi tra storia e narrazioni tradizionali
VDC DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
VDCX Genere documentazione esistente
VDCP Tipo cassetta Mini-DV
VDCR Autore Rotundo Tommaso
VDCD Data 2010/07/02
VDCE Ente Proprietario Comitato Cittadino 11 gennaio 1582 - Varia Pro UNESCO
VDCA Titolo La Lettera: temi teologici e didattico-pedagogici
VDCC Collocazione Archivio di Stato di Pami
VDCN Codice Identificativo VDP MINI DV C-02
VDCT Note Aspetti teologici e significato didattico e pedagogico della Sacra Lettera
BIL BIBLIOGRAFIA - CITAZIONE COMPLETA Albano Maria, Tra storia e antropologia: la Varia di Palmi, tesi di laurea, a/a 2000-2001
BIL BIBLIOGRAFIA - CITAZIONE COMPLETA Ferraro Domenico, La Varia di Palmi, Palmi, Edizioni Metauro, 1987
BIL BIBLIOGRAFIA - CITAZIONE COMPLETA Galluccio Teresa - Lovecchio Francesco, La Varia. Storia e Tradizione, Palmi, Rem Edizioni, 2000
BIL BIBLIOGRAFIA - CITAZIONE COMPLETA Grillea Elisabetta, La Varia di Palmi, in "Folklore di Calabria", Fasc. n. 16, Palmi, Tip. G. Palermo, 1990
BIL BIBLIOGRAFIA - CITAZIONE COMPLETA Laquaniti Luigi, La Varia di Palmi, Tipografia G. Palermo, 1957
BIL BIBLIOGRAFIA - CITAZIONE COMPLETA Marino Filippo, Le feste patronali palmesi e il culto della Sacra Lettera Mariana, Gioia Tauro, Tauroprint, 2000
ACCESSO AI DATI
ADS SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI
ADSP Profilo di Accesso 2
ADSM Motivazione scheda contenente dati personali
CM COMPILAZIONE
CMP COMPILAZIONE
CMPD Data 2010
CMPN Nome Rotundo,Tommaso
RSR Referente Scientifico Simeoni, Paola Elisabetta
FUR Funzionario Responsabile Simeoni, Paola Elisabetta
FUR Funzionario Responsabile Tucci, Roberta
AN ANNOTAZIONI
OSS Osservazioni Il mariologo Filippo Marino riferisce che il culto verso la Madonna della Sacra Lettera risale al 42 d.C., anno in cui, secondo la tradizione, la Madonna inviò la lettera di benedizione tramite gli ambasciatori messinesi agli abitanti della città di Messina che si erano convertiti al Cristianesimo mercé la predicazione di San Paolo Apostolo. A Messina, sul basamento che sorregge la statua della Madonna, posto all'ingresso del porto della città, è riportata a caratteri cubitali l'epigrafe: "VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS" ("Benedico voi e la vostra città"). Da un punto di vista strettamente mariologico, si venera la Madonna della Lettera perché allegoricamente la Lettera è il figlio che la Madonna manda all'umanità per la salvezza del mondo; la Lettera è una testimonianza di amore e di affetto che la Vergine vuole per il suo popolo. Conversione ma anche identificazione nella fede, come appare nelle due altre lettere che la tradizione attribuisce alla Vergine: quella senza data di Santo Ignazio di Antiochia e quella alla città di Firenze. La città di Palmi venera la Madonna anche con titoli diversi e quest'anno si celebra il sessantesimo anniversario della promulgazione dell'enciclica di Pio XII che riconosceva l'Assunzione della Madonna in cielo dogma di fede, cioè verità da non discutere. Resurrezione, Ascensione e Assunzione sono dei concetti pregnanti prima che delle verità di fede: sono concetti diversi tra loro e ciò per un motivo non soltanto teologico ma anche escatologico. Risorge il corpo che vince la morte: Cristo risorge ma ascende al cielo per volontà del Padre e con l'autorità dello Spirito Santo. Con l'Assunzione, non tipica della deità ma tipica della marianità, la Madonna viene assunta in cielo in anima e corpo dopo il percorso terreno della vita. Esiste una tradizione, che fino al Rinascimento era viva a Firenze, secondo la quale la Santa Vergine sarebbe morta all'età di sessantatré anni alle ore nove del giorno 15 agosto. Parlando in termini esclusivamente umani e non teologici e mariologici, la Resurrezione avviene per moto del corpo: è il corpo stesso che per forza auto-propulsiva del cadavere risorge; l'Ascensione invece avviene per opera dello Spirito Santo e con la volontà del Padre che collaborano insieme in questa ascesa di Gesù al cielo. In alcune zone, come ad esempio Gioia Tauro, la notte dell'Ascensione molte persone, almeno fino a qualche decennio fa, si lavavano i piedi a mare per indicare che in questo giorno si può acquistare la purezza attraverso un bagno lustrale. Per quanto riguarda l'Assunzione, la Vergine, come madre di Dio è preservata dal peccato originale e da ogni colpa sin dall'atto del suo concepimento. Ecco allora che la Vergine viene chiamata, risucchiata, assunta al cielo e il carro votivo della #Varia# è la rappresentazione dell'Assunzione della Vergine al cielo. Fino a qualche tempo fa, in occasione della festa della #Varia#, sulla base del carro votivo, #u Ccippu#, si metteva l'avello, la bara della Vergine e tutt’intorno erano disposti gli Apostoli raccolti nel loro cordoglio. L'intero carro votivo serviva a rappresentare la Vergine che presa da Gesù Cristo e dal Padre veniva accolta in cielo. Pare sia stato Andrea da Creta, uno scrittore cristiano del primo secolo e non il Radese, architetto del Quattrocento, colui che fornì la prima figurazione teologica della #Varia# sia di Palmi che di Messina: la Madonna dal basso #d'u Ccippu# viene accolta in cielo tra il cordoglio degli Apostoli, il roteare degli astri e il volo degli Angeli. Il testo in italiano della Sacra Lettera così recita: "Maria Vergine, figlia di Gioacchino, madre umilissima di Gesù Cristo, Dio Crocifisso, della tribù di Giuda, della stirpe di David, a tutti i messinesi salute e benedizione del Dio Padre Onnipotente. Consta che voi tutti con grande fede per pubblico documento avete inviato a noi legati e nunzi, che confessate di essere il nostro Figlio genito di Dio, Dio e Uomo, e che dopo la resurrezione è asceso al cielo, conoscendo la via della verità mercé la predicazione di Paolo, eletto apostolo. Perciò benediciamo voi e la stessa città, di cui noi vogliamo essere perpetua protettrice. Da Gerusalemme, l'anno del nostro Figlio XLII". Don Silvio Mesiti, arcidiacono di Palmi, riferisce che la devozione alla Madonna della Sacra Lettera è da sempre stata molto diffusa tra i palmesi come dimostrano gli antichi registri dei battezzati risalenti al 1700 in cui compaiono i nomi “Litterius” o “Licteria” e, ancora oggi, sono decine le persone alle quali è stato dato il nome Letterio e Letteria (#Littaru# e #Littara# nel dialetto locale) proprio in onore della Madonna.