R16 - 00267324

CD CODICI
TSK Tipo Scheda BDI
LIR Livello ricerca P
NCT CODICE UNIVOCO
NCTR Codice regione R16
NCTN Numero catalogo scheda 00267324
ESC Ente schedatore ICCD
ECP Ente competente S124
RV RELAZIONI
ROZ Altre relazioni 1600000163
DB DEFINIZIONE BENE
DBD Denominazione Saperi sulla produzione del vino #primitivo#
DBC Categoria saperi
RD REDAZIONE
RDM Modalità di Redazione terreno
LA ALTRE LOCALIZZAZIONI GEOGRAFICHE-AMMINISTRATI
TLC Tipo di localizzazione localizzazione di rilevamento
PRV LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA
PRVS Stato Italia
PRVR Regione Puglia
PRVP Provincia TA
PRVC Comune Manduria
PRT Contesto rilevamento nel contesto
DR DATI DI RILEVAMENTO
DRV Ente responsabile ICCD
DRT Denominazione della ricerca Progetto PACI 1
DRR Responsabile della ricerca Simeoni Paola Elisabetta
DRL Rilevatore Carrassi Vito
DRD Data rilevamento 2009/10/13
CA OCCASIONE
CAO Altra Occasione Testimonianza su richiesta
CU COMUNICAZIONE
CUV VERBALE
CUVF Voce/i femminile/i 1
DA DATI ANALITICI
DRS Descrizione del Bene Il vino di Manduria si caratterizza per un alto tasso alcolico, che gli conferisce un sapore particolarmente corposo. Ecco perché, per decenni, lo si è utilizzato solo come vino da taglio, ovvero per irrobustire i vinelli del Nord Italia e della Francia. A cominciare dagli anni ’90 si è deciso di renderlo autonomo e proporlo nella sua specificità: una scelta rivelatasi decisamente azzeccata, visto il successo che ne è conseguito. Nella produzione di questo vino si osserva un’equilibrata e funzionale coesistenza di metodi tradizionali e innovazioni tecnologiche. La raccolta avviene ancora manualmente, almeno negli appezzamenti più piccoli. Una volta recisi dai tralci, i grappoli vengono adagiati in cassette poco profonde, in modo da concedere una sorta di spazio vitale agli acini che, non premendosi reciprocamente, possono restare integri e giungere alle fasi successive avendo preservato aromi e sapori originari. Per impedire all’uva di fermentare anzitempo, piuttosto che ricorrere a mezzi chimici, si adopera la neve carbonica, che viene cosparsa sui grappoli per gestire il processo di maturazione. Una volta posta nei fermentini, l’uva è tenuta sotto controllo tramite criomacerazione, tenendola alla giusta temperatura sfruttando la “tecnologia” del freddo. L’uso di moderni ed enormi silos in acciaio è bilanciata dalla persistenza di botti in legno, ancora indispensabili ad assicurare processi di affinamento che conferiscono al vino una qualità che lo rende unico nel suo genere
AT ATTORE INDIVIDUALE
ATT ATTORE
ATTI Ruolo informatrice
ATTZ Nazionalità italiana
ATTN Nome Gennari Anna
ATTS Sesso F
ATTE Età 40
DO FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
FTA DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX Genere documentazione allegata
FTAP Tipo fotografia digitale
FTAA Autore Carrassi, Vito
FTAD Data 2009/09/13
FTAE Ente Proprietario ICCD
FTAN Codice Identificativo ICCD - DEAD 9860
FTAT Titolo/Note grappoli sui tralci
FTA DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX Genere documentazione allegata
FTAP Tipo fotografia digitale
FTAA Autore Carrassi, Vito
FTAD Data 2009/10/13
FTAE Ente Proprietario ICCD
FTAN Codice Identificativo ICCD - DEAD 9859
FTAT Titolo/Note fase della vendemmia
FTA DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX Genere documentazione allegata
FTAP Tipo fotografia digitale
FTAA Autore Carrassi, Vito
FTAD Data 2009/10/13
FTAE Ente Proprietario ICCD
FTAN Codice Identificativo ICCD - DEAD 9858
FTAT Titolo/Note vite ad alberello
VDC DOCUMENTAZIONE VIDEO-CINEMATOGRAFICA
VDCX Genere documentazione allegata
VDCP Tipo CD Rom
VDCR Autore Carrassi, Vito
VDCE Ente Proprietario ICCD
VDCA Titolo Storia, tradizione e civiltà del vino primitivo
VDCN Codice Identificativo ICCD-DEAV 0104_02
VDCD Data 2009/00/00
ACCESSO AI DATI
ADS SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI
ADSP Profilo di Accesso 2
ADSM Motivazione scheda contenente dati personali
CM COMPILAZIONE
CMP COMPILAZIONE
CMPD Data 2009
CMPN Nome Carrassi Vito
RSR Referente Scientifico Di Natale Vera
FUR Funzionario Responsabile Tucci Roberta
FUR Funzionario Responsabile Simeoni Paola Elisabetta
AN ANNOTAZIONI
OSS Osservazioni La leggenda vuole che l’uva da cui si ricava il vino #primitivo# sia stata importata in Puglia dai Fenici o dagli Illiri, con la seconda opzione avallata dalla somiglianza genetica con una vite che fiorisce nei Balcani. Ma il primo riferimento storicamente documentato risale alla seconda metà del Settecento, quando il sacerdote don Filippo Indellicati si accorse per primo dell’esistenza di un vitigno che maturava già a partire dalla metà di agosto, una precocità che spiega l’appellativo di #primitivo#. Il Consorzio dei Produttori di Vino Primitivo di Manduria ha sede in un antico #palummièntu#, ossia in un opificio attivo già nell’’800, la cui architettura originaria è stata in gran parte preservata, con tanto di cisterne sotterranee (oggi non più utilizzate, ma di cui è in corso un’opera di recupero e riutilizzo). Nata nel 1932, la cooperativa raccoglie circa 400 soci, tra piccoli, medi e grandi imprenditori della zona, i quali conferiscono qui le loro uve per la produzione, la conservazione e la commercializzazione di un vino che è ormai conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Il Consorzio pubblica mensilmente una rivista, “Alceo”, nella quale sono trattati gli aspetti e gli argomenti più vari riguardanti la cultura enoica, dal ruolo del vino nella letteratura classica alle ricette di pietanze tradizionali, passando per questioni di agronomia ed economia.