Saperi tradizionali di pesca del lago di Bolsena: la costruzione della #cappanna#
- Regione: Lazio
- Provincia: VT
- Comune: Bolsena
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Descrizione
Per poter costruire la #cappanna# tradizionale i pescatori del Lago di Bolsena per prima cosa cercavano il posto giusto, che doveva essere buono per la pesca e riparato dal vento (doveva trovarsi #lappovento#), soleggiato e asciutto. Poi si preparavano le #passone# (pali di legno), di diversa qualità. Queste si infilavano nel tracciato rettangolare del terreno, più alti su due lati e di un metro (1 metro e 20 perché le #passone# - o #passoni# - devono andare sotto terra in parte) sugli altri due lati. L'operazione successiva era quella delle #pertichine# (piccole pertiche che vengono messe sul fianco delle pareti esterne e interne) e delle #cannucce# (canne del lago che fanno da pareti) che venivano legate bene sopra, in mezzo e sotto. Dopo essere state legate, le cannucce venivano tagliate in alto della stessa altezza. I #passoni# erano poi collegati al #cavallo#, una grande trave superiore che passa per tutta la lunghezza della #cappanna# e serve da appoggio per tutta la struttura. Il #cavallo# appoggiava a due #colonne# centrali. Dal #cavallo# partivano le #pertichine# del #sopra# (tetto) che, a distanza di 30-40 centimetri una dall'altra, scendevano a terra fino all'altezza di un metro. I fianchi della #cappanna# erano realizzati da #pertichine# e cannucce legate con il filo di ferro, sia internamente che esternamente. Le cannucce del #sopra#, spioventi, erano tagliate 20 centimetri oltre le pareti per evitare che la pioggia entrasse nello spazio interno. Il #sopra# aveva più strati di cannucce e #pertichine# legate con il filo di ferro. Sul tetto, all'attaccatura dei due lati del tetto, si metteva un altro #cavallo# fatto di #ionchi#, per evitare che nella #cappanna# entrasse acqua dalla sommità del tetto. Anche questo #cavallo# di #ionchi# era tenuto fermo da #pertichine# legate con filo di ferro. Per tenere fermi i #iunchi# si faceva un "fasciotto de canne e de giunchi che va da capo e da piedi" legato bene. In seguito davanti alla #cappanna#, in alto, sulla parete, si facevano due buchi rotondi, uno sul lato della porta e uno sull'altro lato, che serviva da tiraggio per il fumo, visto che in passato nella #cappanna# si accendeva il #foco#. Per le #pertichine# veniva usato il legno di castagno o di #crognolo# (corniolo). Una volta terminata la #cappanna# tutto intorno si faceva, utilizzando altri #passoni# e altre cannucce e #pertichine#, il #procoio# (#procoione#), un recinto con una porta dove si accendeva il #foco# e "se passava la giornata", "ce se faceva la sbroscia", "ce se ripassava du' reti". L'altezza era a piacere, e in questo caso le cannucce non venivano tagliate. Nella #cappanna# ci si facevano poi due-tre #rapazzole#, letti fatti di #passoncelli# come base sui quali venivano messe di traverso cannucce o #iunchi#. La porta si faceva di tavole, usando come cerniere dei #gangheri# (cerniere) rimediati, che potevano essere anche pezzi di stivali rotti, che venivano inchiodati al #passone# e alla porta, o finanche pezzi di cintura o di #solo# (cuoio). La porta affacciava sempre sul lago e veniva messa in modo che non fosse battuta dal vento che in quel punto del lago poteva dare fastidio: tramontana, scirocco, o #fagogno#. Le misure della #cappanna# potevano variare a seconda delle persone che dovevano viverci; di media intorno ai 3-4 metri di lunghezza e due metri e 50 di larghezza. Nello spazio di lavoro intorno alla #cappanna# i pescatori mettevano il #teso#, 10-12 forcine che servivano per "tene' le reti alla mattina", per farle asciugare quando le reti erano di panno. Le #cappanne# venivano usate dai pescatori e dalle loro famiglie tutto l'anno.