Tradizione liutaria: la preparazione della vernice "classica cremonese"

Miniatura della scheda Tradizione liutaria: la preparazione della vernice "classica cremonese"
  • Regione: Lombardia
  • Provincia: CR
  • Comune: Cremona

Descrizione

Il maestro M. N. dimostra la procedura di preparazione della vernice trasparente. Mentre la dimostra aggiunge dettagli sui diversi materiali utilizzati. Il maestro prende tutti gli strumenti necessari e li dispone sul tavolo. Si tratta di una ampolla di circa 20 cm di diametro detta #beuta#, un mortaio in coccio bianco, un fornelletto elettrico, un misuratore per liquidi di vetro a forma cilindrica, un bilancino a pesi. Infine diversi materiali che andranno a comporre la vernice. Il maestro è in piedi di fronte al tavolo di lavoro, opera rivolto verso il tavolo, da cui si allontana solo un paio di volte per prendere materiali necessari al procedimento, come l'elemi. Procedimento: mette 300 cc di alcohol e 50 cc di trementina nel contenitore di vetro, le mescola e poi le riversa nella #beuta#. Poi si appresta a prepara le sostanze resinose: gommalacca, mastice ed elemi. Spiega che sono tre sostanze molto conosciute e antiche. Misura la gommalacca con il bilancino e la aggiunge nella #beuta#, poi pesa il mastice e lo pesta nel mortaio perché è meno solubile della gommalacca (che infatti non ha subito questo passaggio). Con un cucchiaino inserisce il mastice polverizzato nella #beuta#. Presa l'elemi ne stacca un pezzo, la pesa e la inserisce intera nella #beuta#. M. N. spiega che un'altra possibilità è quella di portare l'elemi allo stato semisolido scaldandola su una piastra elettrica. Diventa più solubile, ma lui preferisce non trasformarla. Una volta uniti tutti gli elementi bisogna lasciare il tutto nella #beuta# a macerare per 48 ore, e solo dopo passare alla bollitura. Il maestro dimostra il procedimento ma non lo realizza. Spiega che si usa un bollitore elettrico moderno che con resistenze elettriche scalda la #beuta# e il suo contenuto. La temperatura è importante, la vernice va bollita solo per pochi minuti, perché il tutto è già macerato. La bollitura serve solo per consolidare la miscela già avvenuta. Se le sostanze non si fossero già sciolte vorrebbe dire che non si è usato dei buoni prodotti, quindi non vanno bene. Biosgna utilizzare sostanze primarie valide, prese nei posti giusti, e imparare a riconoscere bene il prodotto. Una volta bollita si filtra, perché usando sostanze grezze ci sono impurità. E si ottiene una vernice pura che ha una colorazione naturale dovuta alle sostanze resinose, che quindi può variare. Ma a prescindere dalla sua colorazione viene chiamata dai liutai "vernice trasparente", perché non vi si sono aggiunti coloranti. M. N. spiega che volendo si possono aggiungere colori, sempre derivati da sostanze naturali, come la curcuma, che si sciolgono in alcohol o in essenza di trementina, quindi si preparano degli estratti concentrati che si aggiungono alla vernice pronta. M. N. sostiene che questa ricetta era gia sicuramente utilizzata nei primissimi anni del Settecento perché si conoscevano tantissimo la gommalacca, il mastice e anche l'elemi. L'elemi è una delle poche sostanze che si usa fresca. Il maestro racconta di aver imparato a fare le vernici dal suo maestro liutaio prima di tutto, e poi si è appassionato al tema e ha studiato quelle che erano le competenze delle sostanze all'epoca, poi ha provato ricette su ricette fino a trovare il giusto equilibrio, che insegna agli allievi della Scuola. Importantissimo è stato il ritrovamento recente di un testo datato 1724, quindi quando Stradivari era ancora in vita, durante la ristrutturazione di una farmacia. È un manoscritto di farmacopea augustana dove parlano di tutte le sostanze resinose finalizzate anche alla vernice. Quindi si va a intuire con chiarezza cosa conoscevano e cosa no. Il maestro spiega che anche dallo studio degli strumenti, soprattutto con la luce di wood - che mostra colorazioni diverse in base alla datazione della vernice - si possono imparare molte cose, ma non come è composta la vernice. È solo con studi progressivi che ci si avvicina alla realtà delle cose.

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