Tradizione liutaria: i segreti di Stradivari sulla vernice

Miniatura della scheda Tradizione liutaria: i segreti di Stradivari sulla vernice
  • Regione: Lombardia
  • Provincia: CR
  • Comune: Cremona

Descrizione

"Il fatto di avere comunque una ricerca di vernice..." Il maestro M. N. spiega i segreti della vernice cremonese. Sostiene che non basta sapere gli ingredienti, bisogna capire come è fatta la formula e il procedimento di lavorazione. Circa la vernice usata da Stradivari c'è chi sostiene che quelle di Stradivari sono vernici ad olio, chi sostiene che sono vernici miste. Il maestro M. N. è convinto che siano tutte miste perché quelle ad olio sono troppo delicate, si fa fatica, non asciugano, e con le problematiche climatiche che c'erano nel Seicento non sarebbe stato possibile usarle. Quella ad alcohol è troppo secca e dura, si scheggia nel tempo. L'alternativa è la vernice mista. Fondamentali sono quindi l'"essenza di vino" e la "quint'essenza", cioè alcohol e trementina, che sono elementi antichissimi e più che citati in tutti i testi, persino nella Bibbia e nel Corano e in manuali egizi sulla mummificazione. Secondo M. N. questa è la base ed è la cosa importante, il resto non cambia il risultato. L'altro punto fondamentale della verniciatura stradivariana, sul quale si sono sviluppate diverse leggende (negli Stati Uniti ne hanno inventate di ogni tipo) è la preparazione del legno prima della vernice. I liutai cremonesi sanno che a Cremona la preparazione del legno avveniva con l'"acqua di colla", quella che oggi chiamiamo gelatina. Fatta con gomma arabica, la stessa che si usa anche per le caramelle e i torroni. Nella vernice si aggiungeva anche il benzoino per dare rifrazione, che nel Settecento veniva usato dai pasticceri. Quelle delle vernici sono tutte materie ampiamente conosciute all'epoca ed utilizzate non solo per i violini. Quindi c'è anche un legame con la pasticceria oltre che con gli artigiani ebanisti. Il maestro spiega che Cremona è sempre stata luogo di scambi commerciali con Venezia, che a sua volta è sempre stata un centro di scambi con l'Estremo Oriente, quindi da Venezia arrivavano a Cremona con le barche lungo il Po molte materie in cambio di grano e prodotti agricoli. Prima della peste, nel Cinquecento, Cremona contava 40.000 abitanti ed era ricca, perché era un importante centro di scambi anche con l'Africa del Nord. Quindi c'era la conoscenza e la competenza delle sostanze fondamentali per le vernici e anche la possibilità di averle. C'erano molti scambi. Ovviamente gli scambi erano per la farmacopea e la cucina, ma avevano ricadute anche sulle lavorazioni artigiane. Una volta i liutai erano più bravi dei liutai di oggi perché senza le tecnologie riuscivano a fare tutto. Oggi la colla si scalda a bagno maria, così la vernice, oppure si usa l'asciugacapelli per asciugare la vernice. D'inverno dovevano lavorare con una luce ad olio. Eppure facevano strumenti talmente belli e con ottime finiture, con una maestria veramente incredibile. Non solo i liutai ma anche gli altri artigiani. Probabilmente l'iniziare da piccoli dava più maestria, perché si imparava in bottega. Lo stesso metodo che cercano di attuare con la Scuola, perché dopo i 5 anni didattici l'allievo fa uno stage in bottega.

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