Festa di Santa Rosa: saperi sulla costruzione della #Macchina#

Miniatura della scheda Festa di Santa Rosa: saperi sulla costruzione della #Macchina#
  • Regione: Lazio
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Descrizione

La costruzione della #Macchina# di Santa Rosa, secondo il costruttore "non si fa per business ma per passione". Loris Granziera, imprenditore friulano, ha vinto il concorso per l'appalto della costruzione della nuova #Macchina# di Santa Rosa, "Fiore del Cielo" (2009), e dichiara esplicitamente il coinvolgimento anche emotivo nell'evento. È un progettista meccanico di Udine che viene "dal mondo delle macchine mobili" cioè dalla costruzione di mezzi di sollevamento, gru, autogru, movimento terra, quindi con l'attenzione ai pesi, a baricentro". È portatore di conoscenze e tecnologie diverse ed originali rispetto alle precedenti #macchine#, costruite con cartapesta, legno, polistirolo, vetroresina. Fa quindi rilevare anzitutto la diversità della nuova #macchina# per i materiali utilizzati e per il peso. "Fiore del Cielo" è realizzata con un traliccio tubolare in ferro rivestito con fasce in alluminio, progettate in 3D; dei "tronchi di cono a sezione variabile, montate su fasce". Una seconda caratteristica è che i materiali sono tradizionali, ma il design e le strutture sono molto innovative. La struttura, ad esempio, cioè il traliccio, è fatta con tubi da idraulico ("come le prime Ferrari per i telai"). "Sono i tubi del gas e dell'acqua, senza saldature, molto malleabili, che poi sono i tralicci per fare le gru meccaniche", spiega con linguaggio molto diretto. Si tratta di un sapere 'trasferito' da un settore industriale-artigianale ad un altro, completamente diverso. La #Macchina#, come da capitolato, ricorda Granziera, "deve avere un peso di 5 tonnellate, cinquemila chili, 50 quintali, ed è alta 29.7-29.8, fino alla statua della Santa". Le misure della pianta, aggiunge, "sono ferree, altrimenti non passa per le vie di Viterbo, e sono: lunghezza di sei metri e larghezza di 4.30". Le fasce sono in alluminio, verniciate con trattamenti complessi da un decoratore locale, di Sutri. Quasi tutto il personale è di Viterbo. Il costruttore, infatti, ha voluto utilizzare le competenze e le professionalità locali. La struttura è stata realizzata nel 2009, dai primi di giugno al 3 settembre: in parte ad Udine, e trasferita poi a Viterbo con un trasporto speciale, ed in parte a Viterbo: in tre mesi, è stata progettata e realizzata, incluso il passaggio dal vetroresina (originariamente previsto) all'alluminio (più leggero). Un'altra caratteristica costruttivo-estetica è che si tratta della prima #Macchina# "nata per essere bella di giorno e di notte", come ama dire il costruttore. Cita come esempio le decorazioni esterne di rose, realizzate in tessuto, con un led interno, che le illumina di notte. Nella #Macchina# c'è un grande lavoro artigianale associato alla massima tecnologia post-moderna. Tra gli elementi simbolici presenti ci sono tre sfere di alluminio; quella centrale rappresenta il cuore della Santa, che grazie ad effetti tecnico-luminosi "pulsa" di luce rossa. Anche i colori sono nuovi e diversi rispetto alla tradizione: predominano l'oro ed il rosso. L'illuminazione, oltre che elettrica, alimentata da un generatore, è anche a fiamma viva, realizzata con circa mille candele di paraffina, in contenitori di alluminio chiusi e protetti. Vengono accese alle otto di sera con attrezzi telescopici, prima della partenza. L'ultima sfera, in alto, dove si eleva la statua della Santa "sembra aerea, su una nuvola". Inoltre, aggiunge il costruttore, la #Macchina# emette fumi (evocativi dell'incenso) e fiori (evocativi del miracolo della Santa. Una "pioggia di petali" è sparata da tre cannoncini con micce a detonazione all'arrivo in una delle piazze cittadine (ogni anno una nuova piazza, a sorpresa). Tutta la rifinitura a led è fatta a mano da due elettrotecnici locali. Granziera rileva "l'unicità di questa cosa" tra le feste popolari italiane. Riconosce il contributo determinante dell'esperienza locale nella costruzione della #Macchina#. Mostra anche preoccupazione per la conservazione e trasmissione dei saperi costruttivi accumulatisi negli anni che "rischiano di perdersi perché nessuno la documenta la macchina; per fortuna quest'anno c'è l'Unesco che se ne occupa". Il costruttore auspica anche un futuro Museo della #Macchina# di Santa Rosa.

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