Festa di Santa Rosa: saperi sul trasporto della #Macchina#

Miniatura della scheda Festa di Santa Rosa: saperi sul trasporto della #Macchina#
  • Regione: Lazio
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Descrizione

Il capo-facchino descrive l'evento del trasporto. Ricorda che alla partenza viene impartita ai facchini la benedizione "in articulo mortis". Poi il Sindaco "consegna" la #Macchina# al costruttore che la dà, come da appalto, al capo-facchino. Questa formale trasmissione del "bene" materiale precede l'evento della #mossa#. Il capo-facchino manda #le file# sotto la macchina. Le prime - spiega - sono le #stanghette posteriori#, sei persone. Poi si chiamano le #spallette aggiuntive# destre e sinistre, che sono 11 e 11; poi ci sono le #spallette fisse#, perpendicolari, che sono 8 e 8. Poi si chiamano le file dei #ciuffi#, dalla settima fila (l'ultima) alla prima, ognuna con 9 #ciuffi#, e poi si chiamano le #stanghette anteriori#, che sono sei. Ognuna di queste componenti sostiene in maniera diversa il peso e governa insieme alle altre il movimento della #Macchina#. In tutto, ricapitola il capo-facchino, sono 12 #stanghette#, 63 #ciuffi#, 22 #aggiuntive#, 16 #spallette fisse#: in totale sono 113. Le 22 #spallette aggiuntive# sono dette così perché si tolgono quando si deve affrontare un tratto di strada più stretto. Le #spallette fisse#, altre 16 - spiega ancora - "al Corso passano sotto" [cioè all'interno della macchina]. In via Garibaldi e via Cavour (le due strade iniziali, in discesa), la #Macchina# grava tutta sulle prime 4-5 file; "dietro, invece, il peso va e viene". I #ciuffi#, pur avendo tutti la stessa funzione di sostegno, variano in altezza. Le prime file sono composte dagli uomini più alti; le ultime dai più bassi. Nell'ultimo tratto, in salita, si invertono: "L'ultima fila passa avanti e la prima in fondo, e così via, mantenendo ognuno il loro numero; la sesta passa in seconda e la seconda in sesta; la quinta in terza e la terza in quinta; solo la quarta rimane al suo posto. Anche le #stanghette# cambiano; si invertono". "La salita - confessa il capo-facchino - mette timore. Perché da Piazza del Teatro guardi sù, tutto buio, non vedi niente, mette un po' d'apprensione, sì". Il compito del capo-facchino è tuttavia quello di non trasmettere alcuna tensione e, soprattutto, di incoraggiare tutti, in particolare i "nuovi", che in genere vengono messi a #tirare le corde# sulla salita. Lo sforzo, spiega il capo-facchino, è estremo: "è come attaccà una corda al muro e tirà". Sono 16-17 persone a corda e poi 4 #leve aggiunte# posteriori di 5 persone, oltre alle #stanghette#. La #Macchina# grava tutta sulle file avanti, poi piano piano, dopo i primi 20 metri, la #Macchina# grava tutta sulle #leve#, poi lentamente il peso si scarica sulle file interne, sulla quarta, sulla quinta, sulla sesta, sulla settima fila; finche, arrivata in cima alla salita, la #Macchina# sembra che si arresti proprio. La ripidità e difficoltà della salita finale fa domandare al capo-facchino: "Dov'è 'sta forza che spinge ad andà sù? Probabilmente - risponde - è la fede che c'è in ognuno di noi". "Alla salita - rievoca con emozione - succede qualcosa al facchino che durante l'anno non gli succede mai: io li vedo co' il sangue agl'occhi, capito? Dovemo fà sta cosa, dovemo trovà dentro quella forza pe' riuscì a fà sta cosa". La straordinarietà della performance, secondo il capo-facchino, suscita risorse ed energie straordinarie, ma soprattutto convoca un aiuto "esterno" e "superiore" (la Santa) che consente l'impresa impossibile.

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