Festa della #Varia#: saperi sulla fondazione del culto della Madonna della Sacra Lettera e origini della festa

Miniatura della scheda Festa della #Varia#: saperi sulla fondazione del culto della Madonna della Sacra Lettera e origini della festa
  • Regione: Calabria
  • Provincia: RC
  • Comune: Palmi

Descrizione

Legata da sempre alla vicina Messina da vincoli di amicizia e da rapporti commerciali, Palmi deve l'origine della festa della #Varia# alla città siciliana. Il termine #Varia# indica la bara (cataletto, vara, fercolo) contenente le spoglie della Vergine Maria e indica per traslato il carro votivo che rappresenta scenicamente l'Assunzione in cielo di Maria Santissima. Secondo la tradizione, i messinesi, avendo appreso della morte di Gesù sulla croce, inviarono un'ambasceria a Gerusalemme per rendere omaggio alla Vergine Maria. Si narra che fu lo stesso San Paolo ad accompagnare l'ambasceria presso la madre di Cristo. La Vergine Maria, per riconoscenza di tanta devozione, inviò ai messinesi tramite la stessa ambasceria, una lettera e una ciocca dei suoi capelli che furono portati nella città siciliana nel 42 d.C. La lettera conteneva un messaggio di benedizione e di protezione rivolto alla città di Messina. Da quel momento, la Vergine, divenne la protettrice dei messinesi, i quali abbandonarono definitivamente il culto rivolto a idoli pagani. Dopo la morte della Madre di Cristo, i messinesi vollero ricordarla portando in processione un quadro - si tramanda di provenienza orientale e opera di San Luca - che rappresentava la scena dell'Assunzione in cielo della Vergine. Per festeggiare l'ingresso in città di Carlo V, vincitore nella campagna militare contro i musulmani in Nordafrica che si concluse nel 1535 con la conquista di Tunisi, il Senato messinese diede l'incarico ad un architetto di origine calabrese di nome Mastro Radese di realizzare una macchina votiva imponente – forse ideata dal matematico e astronomo messinese Francesco Maurolico (1494-1575) – in grado di rappresentare in maniera allegorica e portentosa l'Assunzione in cielo di Maria Vergine. Dopo la battaglia di Lepanto del 1571, Messina fu devastata dal terribile morbo della peste che mieté migliaia di vittime. Per evitare che si propagasse il morbo furono realizzati dei cordoni sanitari. Gli abitanti di Palmi contravvenendo ai divieti di oltrepassare i confini segnati per circoscrivere il contagio e sfidando il morbo della peste, prestarono aiuto ai messinesi portando loro viveri, medicamenti e in alcuni casi addirittura ospitandoli di nascosto nelle proprie abitazioni di Palmi. Quando l'epidemia si attenuò, il Senato di Messina, in segno di riconoscenza per gli aiuti elargiti dai palmesi e per l'antica amicizia che legava le due città, volle donare ai cittadini di Palmi un capello di cui la Vergine aveva fatto dono insieme alla lettera di protezione, ai messinesi. Allo stesso modo di Messina, anche la città di Palmi cominciò da quel momento in poi a venerare la Madonna della Sacra Lettera. I palmesi presero a festeggiare la Madonna della Sacra Lettera il giorno dell'Assunzione utilizzando un carro votivo - del tutto simile a quello dei messinesi - creato da un artigiano locale di nome Mastro Jacopo. In segno di deferenza verso i messinesi che celebravano l'Assunzione della Madonna il 15 agosto, i palmesi non vollero far coincidere la festa lo stesso giorno e decisero di celebrarla l'ultima domenica di agosto. Tale decisione fu presa anche per consentire agli abitanti delle due città di prendere parte scambievolmente ai rispettivi eventi festivi organizzati in onore della Vergine. Un tempo, sia nella città di Messina e sia a Palmi, il 3 giugno si celebrava - e si celebra ancora oggi a Messina - la festa in onore della Vergine a ricordo non solo, del giorno in cui la Madonna scrisse la lettera ai messinesi, ma anche perché, si tramanda che nel 1636, avvennero degli episodi miracolosi nella città dello Stretto: i messinesi stremati dalla fame causata da una terribile carestia, videro apparire miracolosamente nel porto della città tre bastimenti carichi di grano che li salvarono da morte sicura. Dagli atti del Catasto Onciario del 1747 è emerso che l'Universitas di Palmi, previde nel proprio bilancio la spesa di 100 ducati per le ricorrenze festive in onore della Protettrice di Palmi indicando, oltre alle date del 3 giugno e dell'ultima domenica di agosto, anche la data dell'11 gennaio, apparentemente non riconducibile a nessun evento legato alla Madonna. Si è supposto che tale data venisse celebrato come il giorno in cui nel 1582 i palmesi ricevettero in dono il capello della Madonna dai messinesi. I primi riferimenti storici della celebrazione della festa della #Varia# a Palmi risalgono al 1600. La #Varia# antica veniva trasportata sulle spalle degli #Mbuttaturi# che percorrevano il corso principale, in terra battuta, al suono di una caratteristica marcetta composta dal maestro Rosario Jonata. Giunto il carro al centro della piazza San Ferdinando, esso veniva fatto girare per tre volte intorno alla Fontana della Palma per poi concludere il tragitto davanti alla Chiesa madre in piazza Maria Cristina. Nel 1872 il trasporto della #Varia# fu abolito con un decreto che definiva la manifestazione "barbara e incivile".

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