Opera lirica italiana: utilizzo della respirazione costo-diaframmatica (inspirazione)

Miniatura della scheda Opera lirica italiana: utilizzo della respirazione costo-diaframmatica (inspirazione)
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Descrizione

Ogni cantante ha una propria fisicità, risuonatori diversi, e di conseguenza ognuno deve esplorare e scoprire una tecnica di respirazione adatta a se stesso. Il diaframma è un muscolo che regola la colonna del fiato ed essendo involontario risulta difficile controllarlo. La gestione del diaframma avviene attraverso il controllo dei muscoli addominali e intercostali che gli sono intorno e che evita che esso risalga rapidamente espellendo l’aria in modo naturale, modalità non adatta all’emissione cantata. Poiché il cantante ha bisogno di gestire delle frasi musicali più o meno lunghe e più o meno complicate, ha bisogno di dosare l’emissione e rendere la fuoriuscita del fiato costante. Acquisire una tecnica di respirazione significa prendere coscienza di essa e poterla riproporre e riprodurre anche in un momento di stress in cui sarebbe invece diversa (più alta, più veloce), come può essere durante l’ingresso sul palcoscenico o quando sono richiesti dei movimenti scenici particolarmente complessi o rapidi. E’ necessario che, con lo studio, si instauri una sorta di automaticità che permetta di riprodurre tale respirazione in qualsiasi condizione fisica ed emotiva. Si prende fiato in anticipo, preparando tutte le cavità interne che serviranno da risuonatori, il palato, la lingua, ecc… e si mette in tensione il diaframma. Si inspira e si rilassa tutta la muscolatura (non c’è uniformità nell’insegnamento rispetto all’inspirazione dal naso o dalla bocca), evitando qualsiasi contrattura, ampliando il più possibile e nel modo più rilassato che si possa la zona addominale e costale bassa (soprattutto quella delle costole fluttuanti ) e stabilizzando il diaframma in posizione bassa e di tensione elastica. Non sempre esiste un riferimento anatomico dell’emissione del suono, ogni cantante si raffigura immagini del proprio corpo che possono essere più o meno specifiche, più o meno simili a quello che avviene in realtà. Dunque si utilizza la visualizzazione di alcune immagini per ottenere degli effetti fisici. Tali rappresentazioni, spesso trasmesse dagli stessi insegnanti di canto, servono per semplificare la complessità di questa azione e focalizzare l’attenzione su pochi elementi, rispetto a qualcosa di complesso di cui non si ha un riscontro visivo e dunque una conoscenza nel dettaglio, poiché interna al proprio corpo. Spesso è necessario che l’insegnante utilizzi un metodo di trasmissione della tecnica diverso e specifico per ogni allievo, poiché l’insegnamento ha un alto grado di soggettività. Si posso immaginare sfere sovrapposte che interagiscono, che galleggiano una sull’altra per evitare di chiudersi, mantenendo così l’apertura in tutto il corpo. Tale apertura permette il sostegno del suono con la parte bassa e contemporaneamente lascia libera tutta la zona della laringe (gola aperta, risuonatori aperti). Altre immagini possono essere: il barattolo, la colonna, la siringa o il pistone, qualcosa che mantiene invariata l’apertura e la pressione interna pur svuotandosi.

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