Opera lirica italiana: la pronuncia (le consonanti)

- Regione: Lazio
- Provincia: RM
- Comune: Roma
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Descrizione
Le vocali e le consonanti della lingua italiana predispongono opportunamente gli organi fonatori al canto lirico. Esiste una grande varietà di consonanti (labiali, dentali, gutturali…). Alcune (come ad esempio la V o la R) sono sonore e facilitano il legato, altre (come la P) non lo sono e hanno la tendenza a interrompere il suono. Nel belcanto le consonanti devono essere inserite all’interno di una frase legata, senza creare interruzioni nell’emissione dell’aria e dunque nel suono. Nella lingua italiana le consonanti mute come la P la C (k) sono pronunciate in modo morbido e possono essere gestite così da non interrompere il legato della frase, a differenza di altre lingue che presentano delle consonanti mute molto secche e che vanno pronunciate in modo molto presente e quindi interrompono tale legato. La pronuncia italiana inoltre non ha l’H aspirata che crea continue perdite d’aria e interruzioni nella continuità dell’emissione. La consonante nel canto va posta all’ultimo istante, ha una durata minima che la rende sonora e intellegibile, ma che non interrompe il flusso e non disturba la vocale successiva. L’uso corretto delle consonanti aiuta a dare direzione alla frase, sostiene il fraseggio e rende l’esecuzione più gradevole e più armoniosa. La corretta pronuncia delle consonanti aiuta la fonazione (La M ad esempio è utilizzata per la ricerca della maschera, la R e la V per la ricerca del #suono alto e avanti#). La consonante dà un particolare colore alla parola e alla frase. Attraverso il trattamento delle consonanti si possono ottenere numerosi effetti dinamici ed interpretativi.