Falconeria: saperi sull'origine della falconeria italiana


  • Regione: Lombardia
  • Provincia: MI
  • Comune: Milano

Descrizione

Video intervista al dott.re Umberto Caproni attuale presidente del Circolo dei Falconieri d'Italia. Il dott.re Caproni, falconiere da oltre 50 anni, racconta l'inizio della sua esperienza tracciando nello stesso tempo una sintesi dell'evolversi della falconeria in Italia. Trascrizione dell'intera intervista: La falconeria in Italia, praticata per lunghi secoli da principi e re, ha una lunga tradizione di eccellenza. Prima delle Guerre Napoleoniche, era popolare specialmente a Mantova presso la corte dei Principi Gonzaga. Dopo le guerre napoleoniche, anche a seguito dell’avvento delle armi da fuoco, iniziò progressivamente a scomparire. E non si ha alcuna notizia di falconieri italiani praticanti questo sport nel XVIII secolo. Nel XIX secolo, alcuni entusiasti iniziarono a interessarsi di falconeria e a raccogliere informazioni soprattutto parlando con falconieri stranieri in occasione di viaggi in Inghilterra e Olanda. Il primo falconiere italiano di cui siamo a conoscenza è il grande maestro Nasturzio, un gentiluomo appassionato di setter e di pointer che chiese a Mr. Jack Frost, un cinofilo e falconiere inglese, di venire in Italia ad addestrare per lui alcuni cani. Alla fine degli anni Venti, inizio degli anni Trenta, Nasturzio apprese la falconeria da Mr. Frost e iniziò ad addestrare alcuni astori alla cattura di lepri nella parte sud di Milano, vicino a Pavia, presso la sua tenuta che era ricca di lepri e conigli. Rimase per altri 5-10 anni l’unico falconiere italiano, fino a quando il Dott. Coppaloni, che viveva nella sua stessa zona vicino a Pavia ed era anche lui un grande appassionato di cani, lo incontrò e si entusiasmò per la falconeria. Coppaloni e Nasturzio iniziarono ad andare a caccia insieme proprio appena prima della Seconda Guerra Mondiale. Con la scomparsa di Nastruzio, dopo la guerra in Italia c’era un solo falconiere, il Dott.re Coppaloni che praticò la falconeria fino alla sua morte. Io ho iniziato la falconeria poco dopo i vent’anni. Nel 1956, ho incontrato il dott. Coppaloni per chiedergli informazioni sulla falconeria e per avere un aiuto nel procurarmi qualche falco ma lui, che era molto riservato e poco incline a fornire informazioni sulla falconeria non volendo creare facili entusiasmi, non mi aiutò. Così iniziai a cercare informazioni nei libri e poco dopo incontrai due amici, Frikki Pratesi e Fulco Tosti di Valminuta, anche loro interessati alla falconeria. Insieme venimmo a conoscenza di un uccellatore che nel nord Italia catturava piccoli uccelli e aveva anche alcuni gheppi che venivano usati per la caccia. A volte aveva anche dei piccoli smerigli e sparvieri. Da lui riuscimmo ad ottenere i nostri primi falchi. Dopo vari tentativi ed errori, imparammo a gestire uno sparviero e a catturare dei piccoli uccelli. Così invitammo il dott. Coppaloni a guardare cosa sapevamo fare e dopo che vide che eravamo stati in grado di addestrare dei rapaci, ci permise di vedere i falchi che teneva a casa sua a Roma. Aveva due belle pertiche con 7 pellegrini, tutti animali di cattura, che volava nella sua tenuta di Rieti, a Nord di Roma che in epoca antica era stata la riserva di caccia della famiglia Borgia, dove ci invitò a vedere i suoi falchi volare. Ci permise di usare i suoi falchi e i suoi cani e di cacciare presso la sua tenuta dove abbondavano le pernici. Diventammo sempre più entusiasti della falconeria e con il tempo migliorammo di molto le nostre competenze fino a quando Fulco Tosti fu notato da un amico di Coppaloni, Rodríguez De La Fuente, che lo invitò a far volare i suoi falchi in Spagna presso l’ aeroporto di Torrejon per prevenire che le piccole otarde si infilassero nelle turbine degli aerei. Noi due iniziammo insieme a Frikki a volare tutte le estati i nostri falchi in Scozia dove andammo la prima volta nel 1967. Ovviamente sapevamo molto poco a riguardo della caccia alle grouse. Andammo con due macchine con 5 falchi in ognuna. Quando arrivammo lì non avevamo i cani, non sapevamo nemmeno dove trovare un bravo cane. In quel periodo la Scozia, specialmente nella parte nord del Kentish, che per tradizione era un luogo dove i vecchi falconieri come Fish e Blane andavano a caccia, era così ricco di grouse che anche se né noi, né i nostri cani erano esperti riuscimmo a catturare 40 grouse, un grande successo per noi che conoscevamo così poco di questo sport! Siamo quindi stati aiutati da Jeffry Polar e Roger Upton, che già cacciavano da tempo le grouse con i falchi, e da quel momento abbiamo iniziato ad andare tutte le estati in Scozia. Inizialmente solo io e Frikki, poi si aggiunse anche Fulco Tosti e ancora oggi vi andiamo tutti gli anni. In Italia molto gradualmente nuovi falconieri iniziarono ad interessarsi alla falconeria e ovviamente ci furono più informazioni disponibili per tutti e più falchi allevati in cattività che segnarono il giro di boa insieme con le radio trasmittenti che diedero l’opportunità di tenere i falchi più a lungo, magari quando si rischia facendoli volare un po’ troppo sovrappeso. La falconeria ora in Italia è diventata sempre più popolare, penso ci siano circa 200 appassionati e 50 falconieri che praticano la falconeria su base regolare.

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