Accordatura di due campanacci da capra


  • Regione: Calabria
  • Provincia: KR
  • Comune: Mesoraca

Descrizione

In uno spazio aperto, nei pressi di una baracca di legno, un pastore si accinge ad accordare due campanacci. Siede all’estremità di una panca di legno e tra le gambe divaricate posiziona un’incudine ricavata da un paletto di ferro, dando alcuni colpi per fissarla verticalmente al suolo. Al suo fianco, su un tavolo, ci sono alcuni oggetti e strumenti di lavoro: due coppie di campanacci a sezione ovale di diverse misure, un martello, un paio di pinze, delle tenaglie. L’uomo procede alla verifica sonora di un campanaccio della misura maggiore. Lo lascia oscillare per saggiarne la sonorità e l'intonazione: prima con una vibrazione veloce, scuotendo rapidamente il manico in senso trasversale tra il pollice e l’indice della mano; poi con un ritmo più lento, facendolo dondolare in senso longitudinale sul solo pollice. Il braccio è alto, leggermente disteso all’altezza della spalla. L’uomo è in ascolto. Compie una breve e veloce oscillazione del campanaccio prima di posizionarlo sull'incudine. Con il martello impugnato in prossimità della testa dà inizio a una sequenza percussiva, sagomando l’apertura della campana (#vucca#) e affinandone un bordo (#labbro#). Il pastore torna poi sui gesti di verifica del suono per valutare gli esiti del lavoro, alternandoli con la martellatura dei #fianchi# del campanaccio, nei pressi dell’estremità inferiore. Rovescia il campanaccio e ne ispeziona l’interno. Utilizzando il manico delle tenaglie, agisce delicatamente sul punto di ancoraggio del battaglio (#battagghju#) alla campana. Ferma il campanaccio fra le gambe e con le pinze allarga il gancio (#croccu#) che àncora il battaglio al suo sostegno (#fimminedda#), così da poterlo estrarre. Tolto il battaglio, procede a rimuovere lo spago incerato che avvolge il gancio. Esercitando alcune pressioni con le pinze e usando il torace come punto d’appoggio, l’uomo modifica la curvatura del gancio. Poi appoggia il battaglio sul tavolo e con il martello batte alcuni colpi sul gancio, così da renderne regolare l’asse di curvatura. Infine rifinisce l’opera, utilizzando la penna del martello. Il pastore lascia oscillare il battaglio tra indice e pollice per verificare che il gancio consenta un movimento fluido e bilanciato. Con l’ausilio dei denti, districa il nodo dello spago precedentemente rimosso, poi lo avvolge nuovamente attorno alla gancio del battaglio bloccandone lo scioglimento con un nuovo nodo. Tira fuori dalla tasca un coltello a scatto e taglia un tratto di spago avanzato. Procede ad ancorare nuovamente il battaglio al campanaccio: con quest'ultimo rovesciato tra le gambe, fissa il gancio con l'ausilio delle pinze. Il pastore passa a nuove verifiche sonore, alternando sequenze percussive volte a sagomare l’apertura della campana a brevi e veloci oscillazioni della stessa, cadenzate ora sulla mano sinistra, ora su quella destra. Prende dal tavolo un altro campanaccio della stessa misura, utilizzandolo come riferimento sonoro per l'intonazione del campanaccio appena lavorato. Li fa vibrare entrambi all’altezza delle orecchie, poi li abbassa rispetto al punto di ascolto. Alza nuovamente il campanaccio di riferimento e lo fa oscillare brevemente prima di posarlo sul tavolo. Passa così a un confronto sonoro con un campanaccio di misura più piccola per valutarne il rapporto armonico e timbrico. Lo fa oscillare rapidamente tra pollice e indice della mano destra, mentre alla sua sinistra fa dondolare più lentamente il campanaccio maggiore sul pollice. Entrambi i campanacci vengono tenuti all’altezza delle spalle, alla stessa distanza dalle orecchie. L’uomo ruota la testa ora verso il primo campanaccio ora verso il secondo ad accompagnane l’ascolto con lo sguardo. Infine passa a un confronto sonoro tra le due campane più piccole: le lascia oscillare con brevi scuotimenti tra indice e pollice, le avvicina e le allontana dalle orecchie. Procede ad affinare sull’incudine l’apertura di uno dei due campanacci, alternando momenti di verifica acustica: porta la campana ora alla sua destra, ora alla sua sinistra; riprende il confronto con il campione sonoro delle stesse dimensioni; varia il punto di ascolto spostando nello spazio l’oscillazione della campana in lavorazione; infine confronta le due campane vicino alle orecchie. Il lavoro si conclude con il raggiungimento dell’accordatura desiderata. Il pastore ripone i campanacci sul tavolo di legno.

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