Processione del Cristo Morto di Gubbio: canto del #Miserere#


  • Regione: Umbria
  • Provincia: PG
  • Comune: Gubbio

Descrizione

Il #Miserere# è un canto polivocale paraliturgico eseguito il Venerdì Santo, durante la solenne Processione del Cristo Morto di Gubbio, da due cori maschili a due voci. È suddiviso in dieci momenti corali intonati sul testo dei versetti dispari del Salmo 50. L’ordine di esecuzione dei dieci versetti appare variabile, sebbene alcuni di essi risultino più ricorrenti. Rispetto alla struttura del testo originario del salmo penitenziale, ciascun verso cantato presenta ripetizioni codificate di locuzioni o sezioni di frasi, specie in corrispondenza degli incipit. Nel terzo, sesto e nono versetto sono presenti momenti solistici. Il #Miserere# viene eseguito sia in movimento che durante i momenti di stazionamento della Processione del Cristo Morto. Si nota una funzionale e maggior stabilità del canto durante le esecuzioni in loco. I due Cori eseguono il canto su due voci: bassi e tenori, sebbene sia udibile sporadicamente una terza voce sovrastante. Nell’equilibrio generale delle voci, i bassi risultano più presenti rispetto ai tenori. Ciascun Coro esegue il #Miserere# guidato da un proprio direttore: i due Cori vengono comunemente denominati #Coro del Miserere del Cristo# e #Coro del Miserere della Madonna#. Si distinguono principalmente tra loro per la posizione all’interno della Processione del Cristo Morto: il primo Coro è posto dietro il simulacro del #Cristo Morto#, l’altro è di seguito al simulacro della #Madonna Addolorata#. I Cori si distinguono inoltre in base alla #mozzetta# indossata dai cantori: il #Coro del Cristo# indossa la #mozzetta# di colore nero rappresentante la Compagnia del Crocifisso, mentre il #Coro della Madonna# indossa la #mozzetta# di colore blu rappresentante la Compagnia della Madonna del Carmelo. Al termine della Processione, nella chiesa di San Domenico, i due Cori, disposti in forma circolare, si alternano nell’esecuzione dei soli versetti dispari del salmo penitenziale del #Miserere# cantati consecutivamente: tale esecuzione, comunemente chiamata #battifondo#, allude, nell’uso colloquiale, ad una sfida. L’uso del termine in occasione del Venerdì Santo per indicare l’esecuzione congiunta del #Miserere# da parte dei due cori confraternali, fa pensare ad un confronto tra le due cantorie, effettivamente riscontrabile durante l’esecuzione, sebbene prevalga fra la maggior parte dei presenti un atteggiamento di devozione spirituale che accompagna tutta la durata dell’evento. Il #battifondo# è considerato dai cantori come uno dei momenti più sentiti di tutta la Processione del Cristo Morto. Nonostante l’atteggiamento di sfida giocosa, l’esecuzione congiunta del brano durante l’ultimo evento canoro della Processione risulta rinsaldare i rapporti di comunione tra i due coi ed i singoli componenti dei stessi. In genere all’esecuzione dei singoli versetti in latino succede la declamazione del testo corrispondente in italiano. La struttura formale del brano risulta complessa e rimanda a composizioni liturgiche colte, sebbene la modalità di esecuzione e di impostazione della voce riconducano le esecuzioni del #Miserere# a tipologie vocali di tipo “urbano-artigiano”.

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