Memorie sul cibo. Peppe Barra: il ragù a colazione


  • Regione: Campania
  • Provincia: NA
  • Comune: Napoli

Descrizione

Mia nonna si svegliava pesto la mattina. L’odore del ragù è legato a Procida non a Napoli, perché noi avevamo una casa molto bella a Procida – la casa dei miei nonni - dove andavamo spesso a passare le vacanze, soprattutto le vacanze di Natale, e mi piaceva andare in questa casa bellissima a picco sul mare, salire le scale di questa casa irrorata di pioggia, di vento, di mare. Restava chiusa per due o tre mesi, per cui appena aperta si sentiva questo odore di mare, odore di inverno e di freddo. Mi piaceva camminare scalzo sul pavimento di cotto gelato, avevamo i bracieri che ci riscaldavano, i bracieri di rame e di legno dove noi bambini ogni tanto buttavamo le bucce di arance e di mandarini, per cui si diffondeva questo bell’odore di Natale. Mia nonna usciva per andare a messa e io sonnecchiavo a quell’ora, perché mi piaceva sentire i passi di mia nonna che scendeva per le scale. Quando tornava metteva a fare il ragù e mi svegliava proprio l’odore della cipolla soffritta col basilico che mia nonna conservava sott’olio perché non si trovava il basilico d’inverno, poi ci metteva il pezzo di carne. Erano rare le volte che si poteva fare il ragù perché la carne costava, però mia nonna sapeva scegliere la carne e metteva a fare questo ragù con la cipolla, col basilico col vino e veniva tirata tirata. E con il passato di pomodori, la conserva di pomodori veniva stemperata e si formava questa bella poltiglia rossa che #pippiava”# (ribolliva dolcemente) per sei, sette ore, dopo di ché il ragù era pronto e si buttava la pasta spezzata, gli #ziti# spezzati, o i maccheroni. Quando mi svegliavo intingevo di nascosto un pezzo di pane nel ragù in cottura e spesso era quella la mia colazione la domenica mattina, invece del latte, ed era una meraviglia.

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