CD |
CODICI |
|
TSK |
Tipo Scheda |
BDI |
LIR |
Livello ricerca |
P |
NCT |
CODICE UNIVOCO |
|
NCTR |
Codice regione |
R12 |
NCTN |
Numero catalogo scheda |
01238473 |
ESC |
Ente schedatore |
ICCD |
ECP |
Ente competente |
S127 |
| | |
RV |
RELAZIONI |
|
ROZ |
Altre relazioni |
1201238474 |
| | |
DB |
DEFINIZIONE BENE |
|
DBD |
Denominazione |
Saperi sulla coltivazione, la pulitura e la conservazione della #antica lenticchia di Onano# |
DBC |
Categoria |
saperi |
| | |
RD |
REDAZIONE |
|
RDM |
Modalità di Redazione |
terreno |
| | |
LA |
ALTRE LOCALIZZAZIONI GEOGRAFICHE-AMMINISTRATI |
|
TLC |
Tipo di localizzazione |
localizzazione di rilevamento |
PRV |
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA |
|
PRVR |
Regione |
Lazio |
PRVP |
Provincia |
VT |
PRVC |
Comune |
Onano |
PRT |
Contesto |
rilevamento nel contesto |
| | |
DR |
DATI DI RILEVAMENTO |
|
DRV |
Ente responsabile |
ICCD |
DRT |
Denominazione della ricerca |
Progetto PACI 2 |
DRR |
Responsabile della ricerca |
Simeoni, Paola Elisabetta |
DRL |
Rilevatore |
Broccolini, Alessandra |
DRD |
Data rilevamento |
2011/04/19 |
| | |
CA |
OCCASIONE |
|
CAR |
Occasione Religiosa |
no |
CAO |
Altra Occasione |
esecuzione su richiesta |
| | |
CU |
COMUNICAZIONE |
|
CUV |
VERBALE |
|
CUVF |
Voce/i femminile/i |
1 |
| | |
DA |
DATI ANALITICI |
|
DRS |
Descrizione del Bene |
La lenticchia di Onano è una varietà di lenticchia a seme grande e variegata (“è grossetta ed è macchiata marroncina, non tutta ma via via. Ha i semi più grossetti. Il colore so' gialletti, che poi via via ogni lenticchia ha del rigetto”). Tradizionalmente la lenticchia veniva seminata prima di Natale, a volte anche dopo, ma sempre in pieno inverno (gennaio/febbraio) e raccolta in estate a luglio. Veniva seminata #col somaretto e l'aratello#, a mano, con una tecnica detta #a postarelle#, veniva cioè seminata a mano a una distanza di seme di circa un palmo. I semi erano lanciati sul terreno a mucchietti e poi coperti con il rastrello. La raccolta invece tradizionalmente si faceva a mano, nel mese di luglio, di notte, a partire dalle 3 per evitare che il sole durante la raccolta (le piante venivano tirate e non falciate) facesse aprire i baccelli facendoli cadere sul terreno: “noi s'annava via alla mattina presto, anche alle 3 della notte e s'andava lì e se tiravano co' le mano, all'antica, si tiravano co' la mano e s'ammucchiavano a mucchi”. Una volta tirate, le piante venivano messe nei #pannaroni# e battute (#roncate#) con il #correato#, per poi essere tirate a vento con la pala per separare il seme dalla #lulla# (#la madre del lenticchio#), che veniva data da mangiare agli asini. La battitura delle lenticchie sui #pannaroni#, con il #correato#, veniva fatta da due persone che simultaneamente battevano le piante con una tecnica particolare in modo da non sbattere l'uno con l'altro, come una danza (“se batte la manfrina”). Una volta battuta la pianta, i semi cadevano sul fondo del #pannarone# mentre la paglia rimaneva sopra. Questa paglia veniva tolta con un forcone di legno. Dopo aver levato la paglia con il #forcone# le lenticchie si #conciavano# con la pala di ferro e dopo con i #corvelli#, setacci della misura delle lenticchie e con il #capisteo#, una tavola di legno per il controllo visivo. In passato, dopo la raccolta, per evitare un parassita chiamato #bagaglione# (tonchio), veniva usato il #solfuro# (#sulfurio#), una sostanza chimica oggi non più in commercio perché tossica. Il #solfuro# era una sostanza acquosa che veniva usata diffusamente sia dai commercianti che dai privati per uccidere i parassiti delle lenticchie che potevano svilupparsi subito dopo la raccolta e la pulitura. I commercianti che trattavano quintali di lenticchie usavano dare questa sostanza direttamente nell'aria del magazzino, dopo aver sigillato porte e finestre. I privati, invece, che avevano piccole quantità di lenticchie per casa, usavano il prodotto nei secchi di plastica per il vino (#bigonzi#) sigillati, nei quali avevano messo le lenticchie e qui le lasciavano una decina di giorni. Dopodiché le facevano stare all'aria. Oggi le lenticchie vengono tenute due settimane nei congelatori dentro sacchetti in modo che muoia il #bagaglione#. Una volta uscite dal congelatore, le lenticchie vengono lasciate asciugare su un panno prima di metterle nei sacchi per la conservazione: “sennò fanno el bagaglione, fanno quei vermetti”. |
| | |
AT |
ATTORE INDIVIDUALE |
|
ATT |
ATTORE |
|
ATTI |
Ruolo |
contadina |
ATTZ |
Nazionalità |
italiana |
ATTN |
Nome |
Ferrantini Annunziata |
ATTS |
Sesso |
F |
ATTE |
Età |
80 |
ATA |
Annotazioni |
L'informatrice è stata l'ultima coltivatrice del seme originario della lenticchia di Onano e la maggiore depositaria dei saperi su questo seme.
|
| | |
AT |
ATTORE INDIVIDUALE |
|
ATT |
ATTORE |
|
ATTI |
Ruolo |
insegnante, figlio di contadini |
ATTZ |
Nazionalità |
italiana |
ATTN |
Nome |
Mancini Bonafede |
ATTS |
Sesso |
M |
ATTE |
Età |
55 |
ATA |
Annotazioni |
Il testimone è figlio della contadina ultima coltivatrice del seme originario della lenticchia di Onano. Pur non avendo mai proseguito l'attività dei genitori è un conoscitore del mondo contadino, storico locale e cultore di tradizioni popolari locali.
|
| | |
DO |
FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO |
|
REG |
DOCUMENTAZIONE AUDIO |
|
REGX |
Genere |
documentazione allegata |
REGP |
Tipo |
file digitale |
REGA |
Autore |
Broccolini, Alessandra |
REGD |
Data |
2011/04/19 |
REGE |
Ente Proprietario |
ICCD |
REGZ |
Titolo |
Saperi tradizionali sulla lenticchia di Onano |
REGC |
Collocazione |
Archivio Laboratorio DemoEtnoAntropologico |
REGN |
Codice Identificativo |
ICCD DEAA 113_1 |
REGT |
Note |
Timing: 00:00:01; l'intervista non è stata condotta ad Onano, luogo di residenza della donna, ma a Viterbo, nell'ospedale dove la signora era ricoverata per la frattura del femore |
BIL |
BIBLIOGRAFIA - CITAZIONE COMPLETA |
Leoni Pier Luigi - Prudenzi Enzo, Viaggio nella civiltà contadina. La cucina, Latera, Annulli editore, 2009
|
BIL |
BIBLIOGRAFIA - CITAZIONE COMPLETA |
Mancini Bonafede, La festa della Madonna Assunta di Onano. I riti del solco, della Pupa e Cavallo, Comune di Onano, 2005.
|
| | |
AD |
ACCESSO AI DATI |
|
ADS |
SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI |
|
ADSP |
Profilo di Accesso |
2 |
ADSM |
Motivazione |
scheda contenente dati personali |
| | |
CM |
COMPILAZIONE |
|
CMP |
COMPILAZIONE |
|
CMPD |
Data |
2011 |
CMPN |
Nome |
Broccolini, Alessandra |
RSR |
Referente Scientifico |
Simeoni, Paola Elisabetta |
FUR |
Funzionario Responsabile |
Tucci, Roberta |
FUR |
Funzionario Responsabile |
Simeoni, Paola Elisabetta |
| | |
AN |
ANNOTAZIONI |
|
OSS |
Osservazioni |
La "Antica lenticchia di Onano", così denominata nel 2004 dal presidio Slow Food voluto dall'attuale unico produttore di questo seme originario, Marco Camilli, è un antico cultivar del Lazio iscritto nel Registro dell'Arsial, l'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura nel Lazio, come varietà a rischio erosione genetica, in base alla legge regionale n. 15 del 1 marzo 2000 che tutela le risorse genetiche di interesse agrario, vegetali e animali autoctone del Lazio. Fino agli anni '60 circa questa varietà di lenticchia a seme grande costituiva la ricchezza di Onano, paese agricolo del viterbese. A partire dagli anni '70 e progressivamente fino ad oggi, il seme originario è stato sostituito da una varietà commerciale a seme piccolo (Eston canadese) e dalla coltivazione della patata. Sulla soglia della sua scomparsa nel 1998 circa, il giovane produttore Marco Camilli ha recuperato il seme facendoselo dare dai vecchi produttori (tra i quali anche la testimone), lo ha riseminato in biologico e ne ha fatto un presidio Slow Food per contrastare la predominanza della varietà commerciale. Esistono tuttavia dei forti conflitti locali sul riconoscimento di questo antico seme, in quanto la locale cooperativa commercializza una "lenticchia di Onano" che in realtà è la varietà a seme piccolo commerciale, confondendo così i consumatori. Essendo il seme originario geneticamente fragile e di scarsa resa produttiva, è a forte rischio erosione e scomparsa in quanto l'attuale produttore è l'ultimo che sta investendo risorse, per ragioni "affettive" e identitarie, al fine di salvare questo seme e che sta recuperando il sapere popolare dei vecchi contadini in merito agli antichi metodi di coltivazione. La testimone è stata ad Onano l'ultima coltivatrice del seme originario antico della lenticchia prima che il seme, sull'orlo della scomparsa, fosse ripreso dal produttore Camilli e diventasse presidio Slow Food. Figlia di contadini, insieme al nonno, al padre e poi al marito ha prodotto per tutta la vita lenticchie a seme grande con metodi tradizionali. La famiglia del nonno paterno e del padre produceva lenticchia fino a 50 quintali all'anno, mentre con il marito, dopo il matrimonio, a partire dagli anni '50, è arrivata a produrre fino a 20 quintali di lenticchia all'anno. Ha iniziato a coltivare la lenticchia in età scolare, con il padre, il nonno e le sorelle, quando andava in quinta elementare. Insieme al nonno prima e al marito dopo, la donna è stata quindi per tutta la vita produttrice di lenticchie e ultima coltivatrice ad Onano del seme originario, nonché colei che circa quindici anni fa ha dato il seme all'attuale coltivatore, Camilli, per riprenderne la produzione in modo più sistematico. La donna ad Onano è considerata l'ultima detentrice di saperi tradizionali sulla lenticchia di Onano, tanto che anche l'attuale coltivatore Camilli e la madre spesso si rivolgono a lei ed al marito per avere pareri, spiegazioni, consigli e attrezzi. I #corvelli# (setacci) usati dalla famiglia Camilli per pulire le lenticchie sono stati realizzati dalla donna e dati da questa alla madre di Marco Camilli. Un passaggio da donna a donna, essendo quello della pulitura con i #corvelli#, un lavoro tutto femminile. Attualmente possiede con il marito dei terreni che ha dato in affitto. |
| | |